Riassunto analitico
Il tumore metaplastico della mammella è una patologia molto rara, incidendo per lo 0,7-1% di tutti i tumori mammari. È però, una patologia molto aggressiva e altamente metastatizzante, per la quale esistono scarse opzioni terapeutiche. Dal punto di vista istologico sono composti da elementi neoplastici sia di tipo epiteliale che mesenchimale, che associati in diversa percentuale, formano la massa neoplastica. Questo particolare quadro istologico viene giustificato con l’origine della neoplasia a partire da un precursore poco differenziato, quale la cellula mio-epiteliale. Questa origine ne giustifica, oltre che la natura mista epiteliale-mesenchimale, la ricchezza in marcatori, tipici delle cellule staminali neoplastiche, che conferiscono la particolare aggressività alla neoplasia. Questa particolare origine e composizione ha giustificato la ricerca in queste neoplasie di un marcatore noto per essere espresso nelle cellule staminali mesenchimali, oltre che in diverse neoplasie di origine neuroectodermica, come i neuroblastomi: il ganglioside GD2. La ricerca è stata effettuata mediante analisi immunoistochimica utilizzando un anticorpo anti-GD2, di tipo policlonale con isotipo IgG/IgM, al seguito della quale è stato attribuito ad ogni preparato uno score semi-quantitativo oltre che una valutazione della percentuale di cellule neoplastiche positive, qualora presenti. La ricerca è stata effettuata oltre che su campioni di tumore metaplastico della mammella anche su carcinomi mammari duttali e lobulari sia triplo negativi, che non triplo negativi, al fine di fare un confronto circa l’espressione del marcatore. La maggiore espressione del GD2 nei tumori metaplastici della mammella apre l’interessante prospettiva futura di poter mettere a punto una strategia terapeutica di tipo target-therapy, come viene già fatto per i neuroblastomi, che potrebbe migliorare l’out-come di queste neoplasie.
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