Riassunto analitico
Introduzione: il trapianto di fegato da donatore vivente è una tecnica chirurgica ad oggi utilizzata nel trattamento della malattia epatica allo stadio terminale per sopperire alla carenza di fegati da cadavere. Le indicazioni principali per il trapianto di fegato sono insufficienza epatica irreversibile e carcinoma epatocellulare (HCC). Per quanto riguarda il donatore, la sua preparazione all’intervento comprende diverse fasi, tra cui gli esami radiologici: TC per lo studio vascolare e del volume epatico, RM per volume e studio delle vie biliari. È importante considerare la possibile presenza di varianti anatomiche vascolari e biliari, che potrebbero essere correlate a maggiori complicanze post trapianto e valutare se il volume epatico è adeguato al trapianto. Obiettivo: analizzare il ruolo della diagnostica per immagini nello studio del donatore vivente nel trapianto di fegato: analizzare il ruolo e l’accuratezza della RM con mdc epatospecifici e della TC con mdc, a confronto con le metodiche intraoperatorie ed alla luce dei dati della letteratura. Materiali e metodi: studio osservazionale monocentrico che valuta 12 potenziali donatori per trapianto di fegato da donatore vivente. I donatori sono sottoposti a RM dell’addome superiore con mdc epato-specifico per studiare il deposito adiposo, lesioni focali parenchimali, vascolarizzazione portale, drenaggio venoso e l’albero biliare e TC total body per studiare vascolarizzazione arteriosa, portale e drenaggio venoso; TC e RM per lo studio della volumetria totale e della volumetria del lobo epatico destro e sinistro. Inoltre, i donatori sono sottoposti a colangiografia intraoperatoria ed ecografia intraoperatoria, per confermare i dati valutati con le precedenti tecniche e per decidere la corretta linea di resezione chirurgica e ad ecografia di follow up, per valutare l’ecogenicità del parenchima epatico e la sua vascolarizzazione. Risultati: nello studio della volumetria, in 12 donatori il volume del lobo destro senza la vena sovraepatica media è compreso tra 54-71%. La RM ha identificato: nello studio di patologie d’accumulo epatiche, 3/12 pazienti con livelli di steatosi superiori alla norma, valutati alla PDFF e alla dual echo, sottoposti poi a biopsia; nello studio dell’anatomia biliare, 5/12 pazienti con anatomia classica, gli altri con varianti; nello studio dell’anatomia portale, 9/12 pazienti con anatomia classica, gli altri con varianti; nello studio dell’anatomia venosa, 9/12 pazienti con vene epatiche destre accessorie e 12 pazienti con rami V5-V8 drenanti in vena sovraepatica media; nella ricerca di lesioni focali epatiche, 4/12 con patologie benigne (cisti/angioma). La TC ha identificato: nello studio dell’anatomia arteriosa 8/12 pazienti con anatomia classica, gli altri con varianti; per l’anatomia portale e venosa ha confermato i dati RM. La colangiografia intraoperatoria ha confermato in 10/12 pazienti i dati RM, in 1/12 casi è stata superiore per identificare il dotto del quarto segmento, confluente nel dotto di destra. L’ecografia intraoperatoria ha confermato tutti i reperti vascolari. Nel follow up, in 7 donatori studiati, il volume epatico ha raggiunto valori prossimi a quello iniziale pretrapianto; in 3 pazienti non si è sviluppata nessuna complicanza post-operatoria. Conclusione: il nostro studio ha confermato l’importanza dell’imaging preoperatorio del donatore vivente nel trapianto di fegato tramite RM e TC La RM è stata fondamentale nello studio dell’albero biliare. La TC è risultata fondamentale nell’integrazione delle informazioni sull’anatomia arteriosa. Il trapianto di fegato da donatore vivente necessita quindi di un imaging radiologico caratterizzato da precisione e competenza per una programmazione chirurgica ottimale.
|