Riassunto analitico
Introduzione. Tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, l’embolizzazione splenica è risultata utile nella gestione delle complicanze dell’ipertensione portale sia su base cirrotica che non cirrotica: sindrome da ingombro, ipersplenismo e prevenzione del risanguinamento da varici. Le dimensioni della milza giocano un ruolo importante nel mantenimento dell’ipertensione portale e nella genesi delle sue complicanze. Infatti, diversi approcci sono stati tentati per ridurre il flusso splenico, tra cui l’embolizzazione splenica sia prossimale che distale. Scopo dello studio. Lo scopo dello studio è descrivere la casistica dell’AOU di Modena, integrandola a quella presente nella letteratura, e riportare così i risultati clinici ottenuti, al fine di delineare le indicazioni alla procedura nel contesto dell’ipertensione portale e delle sue complicanze. Materiali e metodi. Sono stati presi in esame i pazienti con ipertensione portale sottoposti alla procedura di embolizzazione splenica, osservati nella struttura di Radiologia Interventistica del dell’AOU di Modena nel periodo compreso tra Gennaio 2015 e Maggio 2022. I pazienti sono stati suddivisi in base all’indicazione per l’embolizzazione: ascite refrattaria, sanguinamento da rottura di varici, splenomegalia sintomatica ed ipersplenismo. I materiali embolizzati utilizzati sono stati vari e diversamente combinati tra loro: Amplatzer, microsfere comprimibili non riassorbibili, spirali e microspirali metalliche, Spongostan, colla acrilica diluita in Lipiodol. Il periodo medio di follow-up è stato di 19,5 mesi. Risultati. Sono stati arruolati 17 pazienti, 6 (35,3%) di sesso femminile e 11 (64,7%) di sesso maschile, con età media alla prima embolizzazione splenica di 61 anni (range 34-81). 9 (53%) pazienti sono stati sottoposti a embolizzazione splenica distale, mentre 8 (47%) a embolizzazione splenica prossimale. La causa dell’ipertensione portale è la cirrosi epatica in 10 (59%) pazienti, non cirrotica in 7 (41%) pazienti. I casi con ascite refrattaria sono 5 (29%), quelli con varici 6 (35%). Due (12%) pazienti presentano l’associazione di ascite/varici/splenomegalia sintomatica, infine, in 4 (24%) casi vi è l’associazione di varici/splenomegalia sintomatica/ipersplenismo. In 3 dei 5 pazienti con ascite refrattaria si è verificato il miglioramento dell’ascite. Dei 6 pazienti con indicazione all’embolizzazione per il quadro variceale, in 2 l’embolizzazione è fallita e nei rimanenti 4 casi ha avuto l’effetto di evitare la recidiva di sanguinamento. Dei 2 pazienti con quadro clinico risultante dall’associazione di ascite/varici/splenomegalia sintomatica, 1 ha ricevuto giovamento in termini di prevenzione della recidiva di sanguinamento e ascite ma non della sintomatologia da ingombro splenico. Nei 4 pazienti in cui vi era l’associazione di varici/splenomegalia sintomatica/ipersplenismo, nessun sanguinamento è avvenuto e c’è stato un miglioramento della sintomatologia da ingombro. Le complicanze riportate sono state: pseudoaneurisma dell’arteria femorale (5%), trombosi della vena sovraepatica destra (5%), sindrome post-embolizzazione (61%), versamento pleurico sinistro (53%), ascite (17%), ascesso splenico (11%), ematoma sub-pericapsulare del polo inferiore (5%), in una paziente trombosi della vena splenica e necrosi splenica subtotale. La mortalità è stata pari a 0. Conclusioni. L'embolizzazione splenica è una tecnica che può essere utilizzata da sola o in combinazione ad altri trattamenti per trattare le complicanze dell’ipertensione portale. Nel caso di ascite e di sanguinamento da varici, l’embolizzazione prossimale potrebbe essere presa in considerazione quando ci sono controindicazioni al posizionamento del TIPS o come trattamento adiuvante la TIPS.
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