Riassunto analitico
BACKGROUND: Il trapianto di fegato rappresenta l’opzione terapeutica migliore per i pazienti con limitata estensione dell’HCC e cirrosi scompensata, in quanto permette il trattamento contemporaneo dell’HCC e dell’epatopatia di base. La ridotta disponibilità di organi comporta una prolungata permanenza dei pazienti in lista d’attesa, rendendo necessario il ricorso a trattamenti in grado di rallentare la crescita del tumore ed evitare l’uscita del paziente dai criteri di trapiantabilità. I possibili approcci sono rappresentati dai trattamenti locoregionali e dalla chirurgia resettiva. Sempre più evidenze sottolineano i vantaggi del ricorso alla resezione. OBIETTIVI: Lo scopo dello studio è valutare se l’approccio robotico alla resezione possa offrire dei vantaggi rispetto alla realizzazione della stessa con tecnica open, in previsione di un futuro trapianto. METODI: In questo studio sono stati inclusi i pazienti sottoposti a trapianto di fegato per HCC tra Dicembre 2002 e Giugno 2021 presso l’unità operativa di Chirurgia Oncologica Epatobiliopancreatica e Trapianti di fegato dell’Università di Modena con in anamnesi un precedente intervento di resezione epatica come trattamento dell’epatocarcinoma. I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi in base alla tecnica utilizzata per la resezione: open (n=36) o robotica (n=19). I dati demografici e peri-operatori sono stati confrontati tra i due gruppi, con riferimento sia all’intervento di resezione, sia al trapianto. RISULTATI: Nonostante non siano state osservate differenze significative tra i due gruppi circa la gravità della malattia tumorale (in termini di invasione microvascolare, invasione perineurale, satellitosi, infiltrazione della glissoniana e grading) all’esame istologico definitivo dell’HCC resecato, nell’intervallo di tempo tra la resezione e il trapianto si è osservata una più alta incidenza di recidiva di HCC nel gruppo open (83,3%) rispetto al gruppo robotico (47,4%). La durata media dell’intervento di trapianto è stata significativamente più breve nel gruppo robotico (370 min vs 525 min), come più breve è stata, in questo gruppo, la degenza in ICU post-operatoria (1 giorno vs 2 giorni) e la degenza ospedaliera post-trapianto (9 giorni vs 13 giorni). CONCLUSIONI: I risultati di questo studio rafforzano l’ipotesi, già avanzata in letteratura, circa i vantaggi che possono derivare dallo scegliere l’approccio robotico per gli interventi di resezione epatica come bridge al trapianto di fegato in pazienti con HCC. La chirugia mini-invasiva, infatti, favorendo l’ottenimento di margini di resezione più ampi, riduce il rischio di ricorrenza di HCC dopo la resezione, riducendo di conseguenza il ricorso al trapianto di salvataggio. In aggiunta, semplifica il successivo accesso alla cavità addominale (grazie alla minor formazione di aderenze) permettendo la realizzazione di un intervento di trapianto di fegato tecnicamente più semplice, con conseguente minore durata dell’intervento stesso e minore degenza post-operatoria del paziente.
|