Riassunto analitico
L’iter diagnostico dello SE comprende l’esame del liquido cerebrospinale (LCS) solamente laddove si sospetti una eziologia infettiva/infiammatoria oppure non sia chiara l’eziologia. L’analisi del LCS può essere, tuttavia, non solo utile ai fini diagnostici, ma potrebbe fornire anche informazioni prognostiche. Obiettivo principale dello studio è stato quello di correlare i dati liquorali, comprensivi di marcatori di infiammazione, di disfunzione della BEE e di danno neuronale, con degli outcomes di prognosi in un gruppo di pazienti con SE sottoposti a rachicentesi durante l’iter diagnostico. Obiettivo secondario è stato quello di valutare il ruolo prognostico del k-index, un marcatore di sintesi intratecale quantitativo, in un sottogruppo di pazienti con SE a genesi infettiva/infiammatoria. È stata valutata l’associazione tra parametri liquorali comprensivi di proteine, cellule, indice di disfunzione della BEE (rapporto albuminico x 1000), presenza di bande oligoclonali liquorali (OCB), k-index, proteina tau totale (htau) e proteina tau fosforilata (ptau) con parametri di severità dello SE e di prognosi a medio e lungo termine, come Status Epilepticus Severity Score (STESS), Epidemiology-based Mortality score in Status Epilepticus (EMSE), presenza di SE refrattario/super-refrattario (RSE/SRSE), peggioramento nella scala modificata di Rankin (mRS) a 30 giorni rispetto al valore basale, mRS >2 a 30 giorni, mortalità a 30 giorni e mortalità a 1 anno. Sono stati inclusi nello studio 60 pazienti (42 femmine e 17 maschi, età media 62,00 ± 18,29 anni) ricoverati tra il 2013 ed il 2020 con diagnosi di SE di cui erano disponibili campioni di liquor/siero ed analizzati 62 coppie appaiate di liquor e siero. La genesi dello SE è stato: infettivo/infiammatorio in 15 pazienti (25,0%), su base tossico-metabolica in 10 pazienti (16,7%), dovuto a un tumore cerebrale in 7 pazienti (11,7%), nell’ambito di encefalopatia epilettica/epilessia nota in 6 pazienti (10,0%), dovuto a cause vascolari in 5 pazienti (8,3%), traumatico in 1 paziente (1,7%) e miscellanea in 16 pazienti (26,7%). 17 pazienti (28,3%) hanno avuto un RSE/SRSE, 26 pazienti (43,3%) sono stati ricoverati in terapia intensiva e 20 di questi (33,3%) hanno avuto necessità di IOT. 28 pazienti (46,7%) a 30 giorni hanno mostrato un punteggio alla mRs>2 e 29 pazienti (48,3%) hanno avuto un peggioramento della mRS di almeno un punto a 30 giorni. La mortalità è stata di 6 pazienti (10,0%) a 30 giorni e di 20 di 60 pazienti (33,3%) a 1 anno. Un elevato indice di danno di BEE (≥0.7) ed elevati livelli di ptau (≥56.5pg/ml) sono risultati associati ad un’aumentata mortalità a 30 giorni (p=0.042 e p=0.002, rispettivamente) ed a 1 anno (p=0.002 e p=0.004, rispettivamente). L’indice di danno di BEE correla con i valori di ptau (rho: 0.3, p=0.04). Nel sottogruppo dei pazienti con eziologia infettivo-infiammatoria, un kappa index ≥ 5.8 non si è rivelato utile a fini prognostici. All’analisi univariata sul rischio di morte a 30 giorni è risultato significativo solamente un valore patologico di ptau. All’analisi univariata sul rischio di morte a un anno sono risultati significativi punteggi elevati alle scale STESS ed EMSE, valori elevati di ptau ed elevata disfunzione della BEE. Solamente il danno di BEE e l’EMSE hanno mantenuto il valore prognostico all’analisi multivariata (OR: 5.9, 95%CI: 1.3-26.7; p=0.02 e OR 13.7, 95%CI 2.3-82.2; p=0.004, rispettivamente). L’analisi del LCS nel paziente con SE può essere utile ai fini prognostici in quanto elevati indici di disfunzione della BEE e elevati livelli di proteina ptau sono associati ad una prognosi peggiore.
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