Riassunto analitico
Background L’infezione da Streptococco di gruppo B (GBS) costituisce tuttora un’importante causa di morbilità e mortalità sia materna che neonatale. Grazie alle strategie terapeutiche e preventive messe in atto, l’incidenza dell’infezione neonatale precoce si è ridotta notevolmente. Tuttavia, si è visto come l’ampio uso di antibiotici durante il parto possa avere degli effetti negativi tra cui lo sviluppo di antibiotico resistenze o il ritardo nella colonizzazione naturale da Gram positivi nel neonato. Pertanto, ad oggi, la ricerca si rivolge ad altre soluzioni che possano costituire un’alternativa alla profilassi antibiotica. Una di queste potrebbe essere rappresentata dall’utilizzo di probiotici, i quali sembrerebbero ridurre la colonizzazione da GBS materna.
Obiettivo L’obiettivo di questo studio è quello di valutare l’effetto della somministrazione di probiotici sulla colonizzazione vagino-rettale da GBS in gravidanza. L’outcome primario è rappresentato dal tasso di donne in gravidanza colonizzate da GBS al momento dello screening antepartum e gli outcomes secondari sono: il tasso di donne a cui è stata somministrata la profilassi antibiotica intrapartum, il tasso di donne che sono state ricoverate per rottura prematura delle membrane (PROM) e il punteggio di Apgar inferiore a 8 al 5’ minuto di vita neonatale.
Metodi Questa tesi costituisce un’analisi preliminare condotta all’interno di uno studio multicentrico nazionale, prospettico, randomizzato, controllato con placebo, in doppio cieco, a gruppi paralleli. Nel periodo ottobre 2020 – giugno 2021 sono state arruolate 95 donne in gravidanza dalla 30a alla 33a settimana di gestazione, con basso rischio ostetrico e con previsione di parto vaginale. A queste donne è stata prescritta la somministrazione orale, quotidiana, di una capsula di probiotico o di placebo, per un totale di 4 confezioni (40 capsule). È stato poi verificato l’esito dello screening colturale antepartum eseguito a 36-37 settimane di gestazione.
Risultati Il tasso di colonizzazione vagino-rettale da GBS riscontrato nel nostro campione è stato del 13,7%, leggermente più basso rispetto a quello atteso. Inoltre, non è stata riscontrata alcuna differenza significativa tra i due gruppi nella riduzione del tasso di colonizzazione a seguito della somministrazione di probiotici. Invece, per quanto riguarda gli outcomes secondari sono emersi dei risultati importanti, che sembrerebbero essere correlati: la riduzione del numero di donne con PROM, la riduzione del numero di ore tra PROM e parto (P value = 0,005) e la riduzione della somministrazione di antibiotici durante il travaglio. Infine, l’ultimo dato emerso è che tra i due gruppi si è verificata una riduzione del numero di tagli cesarei elettivi.
Conclusioni Trattandosi di un’analisi preliminare non è ancora possibile trarre delle effettive conclusioni sugli effetti della somministrazione di probiotici, poiché ad oggi i risultati ottenuti potrebbero essere confermati o smentiti al termine dello studio. I trends di diminuzione riscontrati negli outcomes secondari potrebbero costituire un importante risvolto del trattamento con probiotici delle donne in gravidanza, poiché la ridotta somministrazione di antibiotici durante il travaglio contribuirebbe a ridurre le problematiche correlate all’antibiotico-resistenza e al ritardo della colonizzazione da Gram positivi nel neonato.
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