Riassunto analitico
L’obesità, il termine deriva dal latino “obesitas” (grasso, grosso), è una malattia complessa caratterizzata dall’aumento eccessivo ed accumulo di tessuto adiposo. L’OMS (organizzazione mondiale della sanità) definisce l’obesità attraverso l’indice di massa corporea (BMI): individui con BMI 30 kg/m 2 sono considerati obesi, individui con 25 kg/m 2 <BMI< 30 kg/m 2 sono considerati sovrappeso. Sempre l’OMS nel 1997 ha coniato il termine “Globesity”, “epidemia globale dell’obesità”, data la crescita esponenziale della malattia negli ultimi anni: a questo ritmo nel 2030 il numero potrebbe salire a 2,16 miliardi di individui sovrappeso e 1,2 miliardi di individui obesi, rispettivamente il 38% e il 20% della popolazione mondiale configurandosi come una pandemia. Obesità è coinvolta nella eziopatogenesi di numerose malattie metaboliche: diabete di tipo 2 (TD2), dislipidemie, aterosclerosi, trombosi venosa, malattie cardiovascolari (tra cui ipertensione, ictus). L’eziologia dell’obesità è stata definita multifattoriale, data dall’interazione tra genetica e fattori ambientali. Infatti, la suscettibilità individuale su base genetica non può, da sola, spiegare l’incremento significativo della malattia nelle ultime due decadi. A contribuire allo sviluppo dell’obesità troviamo numerosi fattori ambientali quali la dieta, la sedentarietà, le influenze sociali (modernizzazione e globalizzazione), lo stato economico, l’immagine corporea, fumo e sospensione del fumo, farmaci, il sesso dell’individuo, l’età e lo stress. Fattori ambientali contribuirebbero allo sviluppo dell’obesità, tra l’altro, inducendo modificazioni epigenetiche capaci di aumentare la predisposizione alla malattia. Con epigenetica si intende una branca della genetica che si occupa dei cambiamenti fenotipici ereditabili da una cellula o un organismo, in cui non si osserva una variazione del genotipo. Ad oggi sono state scoperte numerose modifiche epigenetiche: modifiche istoniche, RNA non codificanti, acetilazione, ubiquitinazione, fosforilazione e la più studiata metilazione del DNA. Queste modifiche tendono a regolare l’espressione di geni associati all’obesità come quelli appartenenti al sistema di melanocortina (importante per regolazione dell'omeostasi energetica e il controllo del peso corporeo), leptina e il suo recettore, pro-opiomelanocortina (POMC), recettore per la melanocortina (MC4R), fattore di crescita (IGF2), Metil Cpg proteina legante (Mecp2). La ricerca ha messo in evidenza la forte influenza ambientale, soprattutto nelle prime fasi della vita, su quella che è la comparsa di modifiche epigenetiche associate all’obesità. Inoltre, la trasmissione transgenerazionale di modificazione epigenetiche, sia da parte della madre che dal padre, è stata associata ad una maggiore suscettibilità allo sviluppo di obesità nelle generazioni future.
La ricerca in continuo progredire, di modifiche epigenetiche e del loro coinvolgimento nello sviluppo della malattia, ha gettato le basi sulla ricerca di possibili marcatori terapeutici per fronteggiare questa dilagante problematica sanitaria e sociale che è l’obesità.
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