Riassunto analitico
INTRODUZIONE Negli ultimi due decenni le nuove acquisizioni sulla genomica dei tumori hanno permesso lo sviluppo di approcci terapeutici mirati all’alterazione genica identificata. In questo panorama, sempre più studi si stanno concentrando sulle potenzialità di nuove tecnologie di sequenziamento del DNA (tra cui la Next Generation Sequencing), in grado di identificare mutazioni ‘druggable’ di oncogeni. Tuttavia, nel contesto del carcinoma metastatico della mammella, considerando che il sequenziamento somatico di BRCA non può sostituire completamente l’analisi germinale su sangue, che lo stato mutazionale di PIK3CA può essere determinato anche mediante tecniche di PCR e che il test HER2 viene eseguito accuratamente mediante immunoistochimica o ibridazione in situ, ESMO attualmente ritiene non necessario eseguire analisi di NGS nella pratica clinica quotidiana. Ciononostante, questo studio prevede di quantificare l’impatto di tali analisi nel guidare la scelta delle terapie mirate nel contesto della Medicina di Precisione in un setting avanzato di carcinoma della mammella.
MATERIALI E METODI Si tratta di uno studio monocentrico retrospettivo, che ha coinvolto 41 pazienti con diagnosi di tumore della mammella metastatico (seguiti presso il Centro Oncologico Modenese) che abbiano già eseguito, nel contesto della pratica clinica quotidiana, un test NGS su tessuto tumorale di carcinoma della mammella nel periodo gennaio 2015 - maggio 2021 presso il Laboratorio di Patologia Molecolare del Policlinico Universitario di Modena. Per l’analisi dei risultati, sono stati presi in considerazione sia le caratteristiche cliniche delle pazienti che il profilo mutazionale emerso dall’esecuzione di NGS, con particolare attenzione alle mutazioni “actionable”, suscettibili pertanto di trattamenti a target molecolare già in fase avanzata di sviluppo clinico, definendo quante tra queste hanno beneficiato di un cambio di terapia.
RISULTATI Sono state analizzate 41 pazienti con età mediana di 58 anni (range 32-82), con carcinoma mammario metastatico a fenotipo luminale in 34 casi (83%), HER2-positivo in 6 casi (15%), triplo negativo in un caso (2%). L’analisi NGS è stata condotta su 14 campioni di tumore mammario primitivo, su 26 sedi metastatiche di malattia e, in un caso, su biopsia liquida. In totale, sono state riscontrate 66 mutazioni geniche e un CNV (copy number variation) in 31 casi (76%). Le mutazioni più frequentemente riscontrate sono state a livello del gene PIK3CA (17/31, 55%), seguito da FGFR (9/31, 29%) e, in misura minore, da altri geni (AKT1, ALK, ERBB, MAP2K1, ESR1, KRAS, CDH1 etc). Tra le 31 pazienti con mutazione patogenetica, 23 (74%) presentavano almeno una mutazione “actionable”. Di queste, 5 hanno effettivamente ricevuto un nuovo trattamento con farmaco a target molecolare: 4 pazienti con mutazione del gene PIK3CA hanno ricevuto Alpelisib in associazione a fulvestrant e una paziente, benché presentasse amplificazioni dei geni FGFR1/2, considerate non “actionable” secondo ESCAT, ha ricevuto terapia personalizzata con TAS120 nell’ambito di trial clinico sperimentale.
CONCLUSIONI Nonostante le ridotte dimensioni del campione ed il limitato follow up, dallo studio è emerso come l’analisi NGS del tessuto tumorale di carcinoma metastatico della mammella abbia influenzato la scelta terapeutica in 5 casi, aprendo nuove opportunità di trattamento al 12% del campione in studio. Considerando l’accessibilità ormai diffusa a tali tecnologie, l’elevato numero di mutazioni geniche analizzate da ogni singolo test e le implicazioni terapeutiche sempre maggiori che ne possono derivare, è verosimile che l’analisi NGS debba essere implementata nella pratica clinica quotidiana, una volta che siano garantiti i requisiti minimi di un tumor mutational board (TMB).
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