Riassunto analitico
INTRODUZIONE: Le Early Onset Sepsis (EOS) sono infezioni batteriche sistemiche, con esordio nelle prime 72 ore di vita, causate dalla trasmissione intrapartum di patogeni presenti nel tratto genito-urinario materno e costituiscono un’importante fonte di morbidità e mortalità neonatale. Lo Streptococco del gruppo B è normalmente presente nel microbiota del tratto gastrointestinale inferiore e, insieme all’E.Coli, costituisce uno dei principali patogeni causa di EOS. L’uso del tampone vagino-rettale TVR come screening universale prenatale per l’SBG e la Profilassi Antibiotica Intrapartum (PAI) nelle donne a rischio, hanno portato ad una diminuzione dei casi di sepsi neonatali. La gestione del neonato settico che si presenta con alterazione della temperatura, segni di distress respiratorio, crisi di apnea, colorito pallido grigiastro, letargia e difficoltà all’alimentazione, consiste in una serie di esami comprendenti emocoltura, esame emocromocitometrico completo di formula leucocitaria e conta piastrinica, radiografia del torace, rachicentesi e la somministrazione di terapia antibiotica empirica, fino ad esclusione dell’infezione. Il management del neonato asintomatico ma a rischio di sepsi fino a pochi anni fa comportava frequenti esami e terapie antibiotiche non necessarie che però portavano ad un ritardo dell’allattamento al seno ed altre conseguenze negative per il neonato quali: alterazione del microbiota intestinale, rischio di enterocolite necrotizzante, displasia broncopolmonare, asma, eczema e obesità. Le strategie di gestione di un neonato a rischio di EOS suggerite dall’American Academy of Pediatrics sono tre e comprendono la strategia che si basa sull’osservazione clinica serrata (OCS), seguita anche dal nostro centro in Emilia-Romagna, e quella che prevede l’applicazione del Neonatal Sepsis Calculator(NSC). L’obiettivo primario dello studio è valutare se un approccio basato su OCS nei neonati pretermine, sia sicuro e al contempo permetta di ridurre l’uso di antibiotici e l’esecuzione di accertamenti non necessari. MATERIALI E METODI: si tratta di uno studio monocentrico retrospettivo condotto presso l’Unità Operativa di Neonatologia del Policlinico di Modena. Sono stati raccolti i dati anamnestici, i fattori di rischio materni, sintomi clinici, i dati laboratoristici, terapia e accertamenti dei nati vivi con età gestazionale ≥34 settimane in un periodo di 15 mesi (1°Gennaio 2019- 31 Marzo 2020). RISULTATI: Sono stati analizzati 3445 neonati con età gestazionale ≥34 settimane di cui 3267 nati a termine e 178 nati pretermine. Dei prematuri 13(19,7%) sono nati da madre con TVR per SGB positivo e 112(62,9%) non noto. In questa popolazione il fattore di rischio più rappresentato (esclusi positività al TVR e età gestazionale <37 settimane), è la rottura prolungata delle membrane (20,2%). Il 44,9% delle madri non è stata sottoposta a PAI e il 33,1% ha ricevuto una profilassi antibiotica completa e adeguata. Il 31,5% dei bambini ha effettuato OCS, il 29,8% ha manifestato sintomi principalmente di tipo respiratorio. Il 19,7% dei neonati è stato ricoverato in terapia intensiva neonatale (TIN) presentando perlopiù distress, polipnea e desaturazioni. Dei neonati prematuri il 18,5% ha eseguito esami ed erano tutti sintomatici. Secondo l’approccio del NSC 48(27,1%) pazienti avrebbero dovuto ricevere terapia antibiotica mentre, seguendo l’approccio OCS, solo 15(8,5%) hanno ricevuto il trattamento. Nel nostro studio è stato riscontrato un caso di EOS.
CONCLUSIONI: L’approccio basato sull’OCS sembra evitare la somministrazione di antibiotici e l’esecuzione di esami nei casi non necessari e non sembra mettere a rischio l’outcome dei neonati con fattori di rischio favorendo il rooming-in e l’allattamento al seno.
|