Riassunto analitico
Background: La tematica del ritardo diagnostico nel carcinoma del cavo orale è stata affrontata in letteratura in non più di una ventina di studi di tipo qualitativo nessuno dei quali condotto in Italia. Le classificazioni e le definizioni convenzionali del ritardo diagnostico in campo oncologico si basano su intervalli temporali empirici ed arbitrari. In generale gli studi basati sulle definizioni tradizionali, che distinguono un ritardo dovuto al paziente ed un ritardo attribuibile al medico, non riescono a fornire una spiegazione psicosociale esaustiva dell’origine del ritardo stesso. Quanto emerge dalle ricerche quantitative sul ritardo diagnostico del carcinoma del cavo orale è che la maggiore parte del ritardo, circa il 60%, è imputabile al paziente e si stima un ritardo totale medio di circa 7 mesi, dato allarmante considerando che il tempo di raddoppiamento della neoplasia è di 3 mesi. In accordo con la letteratura quantitativa diversi studi di tipo qualitativo confermano una scarsa conoscenza da parte del paziente in merito alla patologia ed ai suoi fattori di rischio; spesso i sintomi vengono erroneamente interpretati ed il paziente procede con diverse strategie di adattamento determinando un accumulo di ritardo diagnostico. Il processo di valutazione dei sintomi (inteso come intervallo di tempo per la presa di coscienza del cambiamento del proprio corpo, fino al bisogno di discuterne con una figura sanitaria) rappresenta un passaggio cruciale che condiziona la possibilità di effettuare una diagnosi più precoce anche nel caso del carcinoma del cavo orale, con un conseguente miglioramento degli esiti dei trattamenti. Tra le figure sanitarie contattate per prime dal paziente, troviamo spesso i medici di medicina generale e gli odontoiatri. Questi rivestono un ruolo cruciale nella prevenzione e nel riconoscimento precoce della patologia del cavo orale. Studi qualitativi internazionali hanno dimostrato che entrambe le figure riferiscono numerose difficoltà nel percorso che porta a diagnosi di carcinoma del cavo orale. Altri studi hanno sottolineato l’importanza dei famigliari del paziente in fase di diagnosi e le difficoltà legate all’organizzazione del sistema sanitario. Scopo: L’obiettivo di questo studio è quello di analizzare il processo psico-sociale che si verifica quando un paziente con sintomo o lesione del cavo orale si attiva per giungere alla diagnosi di carcinoma del cavo orale. Materiali e Metodi: Sono state condotte in totale 14 interviste semi-strutturate a: pazienti con diagnosi di carcinoma del cavo orale afferenti presso la U.O. di Otorinolaringoiatria del Presidio Ospedaliero Santa Maria Nuova, AUSL-IRCCS di Reggio Emilia; famigliari e/o rete amicale ritenuti importanti dal paziente stesso che intervengono nel percorso di cura e di assistenza e professionisti sanitari implicati nell’iter diagnostico del paziente. Le interviste sono state trascritte ed analizzate secondo il metodo analitico, con il fine di formulare un’interpretazione dei dati raccolti.
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Abstract
Background: The theme of diagnostic delay in oral cancer has been addressed in literature in no more than twenty qualitative studies, none of which was conducted in Italy. The conventional definition and classifications of diagnostic delay are based on arbitrary empirical time cut-offs. In general, studies of cancer delay that are based on these traditional definitions of patient and provider delay, fail to provide a comprehensive psychosocial explanation of the origin of the delay. What emerges from the quantitative research on the diagnostic delay of oral carcinoma is that the greater part of the delay, about 60%, is attributable to the patient and an average total delay of about 7 months is estimated, that is alarming considering that the doubling time of the neoplasm is 3 months. According to the quantitative literature, several qualitative studies confirm a lack of knowledge on the part of the patient regarding the pathology and its risk factors; often there is misattribution of symptoms and the patient proceeds with different coping strategies determining an accumulation of diagnostic delay. The process of symptom evaluation (the time interval needed for the awareness of the change of one's body, up to the necessity to discuss it with a health figure) represents a crucial step that conditions the possibility of making an earlier diagnosis even in the case of the oral cancer, with a consequent improvement of the results of the treatments. Among the health professionals contacted first by the patient, we often find general practitioners and dentists. They play a crucial role in the prevention and early recognition of oral pathology. International qualitative studies have shown that both figures report numerous difficulties in the path leading to diagnosis of oral cancer. Other studies have stressed the importance of the patient's family in the diagnosis phase and the difficulties related to the organization of the health system. Purpose: The objective of this study is to explore the psychosocial process that occurs when a patient with a symptom or lesion of the oral cavity undertakes action leading to oral cavity cancer diagnosis. Materials and Methods: 14 semi-structured interviews were conducted with: patients diagnosed with oral cancer related to the U.O. of Otorhinolaryngology of the Santa Maria Nuova Hospital Presidium, AUSL-IRCCS of Reggio Emilia; family and / or friendship network considered important by the patient himself who intervene in the path of care and assistance and health professionals involved in the diagnostic procedure of the patient. The interviews were transcribed and analyzed according to the analytical method, with the aim of formulating an interpretation of the collected data.
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