Riassunto analitico
RAZIONALE. I test immunologici su sangue basati sul rilascio di IFN-γ (IGRAs), incluso il test QuantiFERON®-TB Gold In-Tube (QFT-GIT), trovano sempre maggiore impiego nella diagnosi di infezione da Mycobacterium tuberculosis (MTB), specie in Paesi a bassa endemia tubercolare. Tuttavia, rimane incerto il valore del QFT-GIT sia (1) nella diagnosi di infezione tubercolare latente (ITL) e di malattia attiva (TB), sia (2) nel monitoraggio del paziente in corso di trattamento e a termine della profilassi o della terapia. È stato ipotizzato che la ripetizione del QFT-GIT a determinati intervalli temporali (serial testing) possa rivelare variazioni del test nel singolo paziente, le quali siano utili (1) come marker di efficacia terapeutica, oppure (2) per giustificare il sospetto di riattivazione endogena o di reinfezione esogena da MTB.
OBIETTIVI. Scopo dello studio era valutare le potenzialità del serial testing con QFT-GIT per il monitoraggio di pazienti minori con TB e ITL. Obiettivo primario era (1) calcolare i tassi di reversion del test e le variazioni dei livelli di IFN-γ misurati in corso di trattamento, a distanza di 2 anni e di 10 anni dalla diagnosi. Obiettivi secondari erano: (2) identificare gli andamenti tipici del serial testing e le caratteristiche dei pazienti che si discostano da questi trend; (3) esaminare le variabili cliniche e demografiche associate ai risultati del QFT-GIT e agli andamenti osservati.
METODI. Sono stati arruolati 170 pazienti minori con diagnosi di TB o ITL posta tra il Gennaio 2006 e il Dicembre 2015, che hanno ricevuto la terapia o la profilassi antitubercolare. (1) Il test QFT-GIT è stato eseguito alla diagnosi e ripetuto almeno una volta durante il follow-up, ossia nelle visite di controllo in corso di trattamento (a 3 mesi, a 6 mesi) e dopo il trattamento (a 12 mesi, a 18-24 mesi). (2) Un sottogruppo di pazienti è stato richiamato a distanza di 8-10 anni e ha nuovamente eseguito il test immunologico.
RISULTATI. (1) In corso di trattamento si osservava reversion nel 13% dei soggetti allo studio. Il tasso di reversion a 12-24 mesi era del 17%. (2) La diagnosi di ITL era correlata alla produzione di un livello di IFN-γ “alto” (≥10.00 UI/mL). (3) Presentavano maggiore reattività al QFT-GIT: pazienti minori stranieri, di età ≥10 anni, intercettati per screening antitubercolare, con infezione non recente e diagnosi di ITL. (4) I livelli di IFN-γ si riducevano nei primi 24 mesi, con calo più evidente nei pazienti che ricevevano profilassi per ITL, sia in corso di trattamento (Δ = 2.49 UI/mL, p =0.004), sia dopo il trattamento (Δ = 2.08 UI/mL, p =0.008). (5) Le variazioni erano inferiori nel secondo anno di follow-up; i valori erano stabili o in lieve aumento a 10 anni. (6) Per il 76.1% dei soggetti il risultato del QFT-GIT rimaneva sempre positivo; (7) i pazienti con almeno un test negativo in corso di follow-up mostravano livelli di IFN-γ inferiori, soprattutto alla diagnosi (Δ = 8.63 UI/mL, p <0.001).
CONCLUSIONI. (1) Si ipotizza che le variazioni osservate in serial testing risentano della precocità dell’intervento. Dove il trattamento venga iniziato a breve distanza dall’infezione, è minore il tempo di esposizione del sistema immunitario a un’elevata carica micobatterica; parallelamente, risulta inferiore la risposta T-linfocitaria misurata dal QFT-GIT. (2) Si suppone che la relativa stabilità nel tempo del livello di IFN-γ (“alto” ≥10.00 UI/mL, o “basso” ≤1.50 UI/mL) risenta di caratteristiche proprie dell’individuo e del livello di attivazione dei linfociti T effettori in risposta alla particolare unità “MTB-macrofago”. La ripetizione del test QuantiFERON®-TB Gold In-Tube non sembra abbia ricadute sul monitoraggio clinico del paziente che riceve il trattamento per TB o ITL.
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