Riassunto analitico
Al centro di questo lavoro di tesi vi è la ricostruzione del periodo storico, compreso negli anni tra il 1952 e il 1970, che ha visto al potere in Egitto il presidente Gamal Abdel Nasser. Tale periodo è di cruciale importanza poiché l’operato politico di Nasser non incise soltanto sul contesto egiziano — dove con un colpo di stato militare nel luglio 1952 venne abbattuta la monarchia —, ma sull'intera sfera dei paesi arabi, i cui popoli furono irresistibilmente attratti per oltre un decennio dalla carismatica leadership nasseriana. Nel corso dell’elaborato vengono sviluppate, tramite la consultazione di opere monografiche, saggi, e altri testi, le tematiche storiografiche legate allo studio di quel fenomeno definito come «nasserismo», termine con il quale s’intende contemporaneamente una teoria e una prassi di governo. Giunto al potere nel periodo della Guerra Fredda, l’ex-colonnello Nasser saprà ritagliarsi un ruolo di primaria importanza nella geopolitica mediorientale, grazie al perseguimento di una politica dai caratteri originali e che si è esplicata in diversi modi, corrispondenti anche ai diversi ambiti di indagine esplorati in questo scritto: «non allineamento», panarabismo, socialismo «arabo». Per ognuno di questi temi si è sviluppata un’analisi che mira ad intrecciare i fatti storici — presentati secondo una linea di sviluppo cronologica — con le forme di pensiero politico che li hanno ispirati, determinati, o condizionati. Non mancano riferimenti a questioni fondamentali quali il ruolo della religione islamica nella società egiziana e il suo rapporto con il potere, la conflittualità tra Israele e gli stati arabi, la polarizzazione politica nell’area mediorientale conseguente alla contrapposizione mondiale fra Stati Uniti e Unione Sovietica. Nell’ultima parte del lavoro si analizza infine il declino del nasserismo, successivo alla guerra dei Sei giorni, e la discontinuità politica tra Nasser e il suo successore Anwar al-Sādāt.
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