Riassunto analitico
A causa sia dell’invecchiamento della popolazione nei paesi sviluppati sia della condivisione di molti fattori di rischio è sempre più comune dover gestire pazienti affetti contemporaneamente da malattie cardiovascolari e da cancro. Inoltre, i trattamenti atti a fronteggiare il cancro, come chemioterapia, radioterapia e chirurgia, altro non fanno che deteriorare una condizione cardiovascolare che può essere già da principio compromessa. Da ciò appare evidente come la cardio-oncologia, benché sia una branca nuova, sia destinata ad assumere sempre maggiore rilevanza nel panorama medico dato lo stretto legame tra cancro e malattie cardiovascolari e la loro nota prevalenza nella popolazione mondiale.
In particolare, tra le malattie cardiovascolari si prende in considerazione la fibrillazione atriale (FA), aritmia la cui prevalenza nei paesi sviluppati oscilla tra 1% e 4% ma che aumenta ulteriormente se si considera la fascia di età sopra agli 80 anni. L’associazione tra la fibrillazione atriale e la patologia neoplastica è stata descritta da più punti di vista. Come detto in principio, non solo cancro e fibrillazione atriale sono patologie che condividono molteplici fattori di rischio, ma anche la progressione della patologia neoplastica e il suo trattamento possono aumentare la frequenza di tale aritmia. Ampiamente descritta è la correlazione tra FA e trattamento oncologico; la prima ad essere notata è stata la fibrillazione atriale post chirurgia oncologica, in particolare dopo chirurgia polmonare e colonrettale, successivamente si è posta attenzione alla cardiotossicità indotta da chemioterapici come agenti alchilanti, antracicline e targeted therapies ed, infine, sono in corso di studio l’immunologia e l’infiammazione tumorali come concausa sia della progressione tumorale sia della fibrillazione atriale. Si è, quindi, osservata una aumentata frequenza della fibrillazione atriale nei pazienti oncologici, specialmente se sottoposti a chirurgia e chemioterapia. L’insorgenza di questa aritmia, inoltre, peggiora la prognosi del paziente e ne rende il trattamento difficoltoso.
Alla luce di questi dati, al fine di comprendere le caratteristiche della popolazione oncologica affetta da fibrillazione atriale nella realtà modenese, si sono analizzati tutti i pazienti (394) ricoverati per patologia oncologica con una diagnosi di Fibrillazione Atriale presso il Centro Oncologico del Policlinico di Modena tra il 2011 ed il 2015. I dati inerenti alla popolazione in esame sono stati ricavati prettamente dalla lettera di dimissione del primo ricovero effettuato dal paziente con entrambe le diagnosi nei cinque anni in esame. L’obiettivo è lo studio delle caratteristiche cliniche dei pazienti oncologici con FA. A tale scopo, dapprima si è descritta la popolazione prendendo in esame i fattori di rischio, la storia cardiologica, il rischio tromboembolico, la classificazione ed la terapia dell’aritmia, la tipologia e lo stadio della neoplasia oltre al trattamento oncologico messo in atto; in seguito, si sono eseguiti due confronti: il primo, tra pazienti con una prima diagnosi di FA nel ricovero considerato e pazienti con diagnosi di FA anamnestica, il secondo, tra pazienti che seguono o meno terapia anticoagulante. Tale studio rappresenta il primo tentativo di analisi di questa associazione Fibrillazione Atriale – Neoplasia presso il Centro Oncologico Modenese.
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