Riassunto analitico
La tesi in oggetto, nel trattare dell'utilizzo dell'argomento analogico da parte della più recente giurisprudenza penale, parte dalla normativa di settore per arrivare ad una specifica trattazione della casistica giurisprudenziale più recente in tema di analogia e potere creativo della funzione giurisdizionale, passando attraverso una cernita delle più recenti acquisizioni dottrinali e filosofiche in tema di analogia, interpretazione e filologia. L'inizio della trattazione si sviluppa quindi in un'actio finium regundorum del divieto d'analogia in materia penale per come descritto dalle disposizioni giuridiche di settore e per come acquisito dalla dottrina classica, dopodiché viene ricostruita l'attuale crisi della distinzione storica tra interpretazione estensiva ed analogia, dando conto delle più recenti sollecitazioni emerse in quest'ambito grazie al contributo dell'ermeneutica giuridica e dalla filosofia del linguaggio, il tutto inserito nel più ampio quadro dei cambiamenti storico/strutturali che si sono susseguiti dall'apposizione del sistema Costituzionale sino ai giorni nostri. La parte teorica si conclude dunque con un'analisi logica dell'analogia che parte dalle differenti impostazioni del Bobbio e del Kaufmann e si conclude con l'elaborazione di una formula che sia utile a descrivere il procedimento decisionale del giudice. Successivamente si procede all'analisi della casistica, che si sviluppa su una trentina di sentenze della Corte di Cassazione, della Corte costituzionale e della Corte EDU, seguendo un'ipotesi di lavoro tesa a verificare i motivi per i quali una sentenza di condanna nei primi gradi di giudizio venga poi cassata in sede di legittimità con l'accusa di aver compiuto un'analogia vietata in materia penale. Impostare la ricerca in questo modo si è rivelato funzionale all'analisi del fenomeno analogico sotto diversi profili; infatti ha reso possibile in più di un caso evidenziare la differenza d'impostazione logico-giuridica del problema rispetto alle diverse corti. Inoltre ha reso possibile verificare, o quantomeno lo ha reso in parte, la fondatezza o meno delle acquisizioni dell'ermeneutica giuridica attraverso le stesse parole utilizzate dalle sentenze. Le sentenze utilizzate non trattano di un settore specifico della penalità, ma anzi spaziano tra settori anche molto differenti, dal diritto d'autore alla guida in stato d'alterazione alcoolica, dalla normativa sulla stampa applicata all'informazione on-line all'art. 649 c.p., dai reati ambientali all'obbligo d'istruzione nei confronti dei figli minori; ogni sentenza è citata nelle sue parti rilevanti ed è accompagnata da un breve commento teso ad evidenziarne i tratti salienti ai fini dello sviluppo teorico dell'opera. Infine la tesi, nella sua parte conclusiva, si occupa di riannodare i fili logici del discorso e di esporre le conclusioni personali dell'autore rispetto alle tematiche trattate.
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