Riassunto analitico
In questa tesi si cerca di ricostruire il crimine di Genocidio nella giurisprudenza recente della Corte Internazionale di Giustizia. L'analisi della Convenzione per la Prevenzione e Repressione del Crimine di Genocidio rappresenta la base per comprendere come sia articolato questo crimine nel diritto internazionale. Infatti nel primo capitolo si cerca di esporre in modo chiaro le disposizioni della convenzione insieme alle problematiche scaturite nel corso della sua applicazione. Prima di considerare il caso concreto dell'applicazione della convenzione al caso Croazia contro Serbia, lo studio si è concentrato nel secondo capitolo nel chiarimento della situazione politica nella Ex-Jugoslavia: dalle cause del conflitto all'analisi dello stesso in modo breve per consentire al lettore di avere un idea della situazione dell' Ex-Jugoslavia nei primi anni '90 dello scorso secolo. In seguito viene spiegato in modo conciso il funzionamento dell'organo che in base alla convenzione è addetto a giudicare i ricorsi degli stati in materia di genocidi, cioè la Corte Internazionale di Giustizia. Chiariti questi punti l'attenzione è stata volta alla sentenza del 3 febbraio 2015 della Corte Internazionale di Giustizia riguardante l'Applicazione della Convenzione per la Prevenzione e Repressione del Crimine di Genocidio al caso Croazia contro Serbia. L'analisi della sentenza, oltre a mostrare la giurisprudenza recente della Corte è intenzionata a chiarire i motivi che hanno portato alla decisione di non condannare né la Croazia né la Serbia per atti di genocidio. La conclusione del lavoro rappresenta un momento critico, in cui valutare lo stato dell'attuale giurisprudenza della corte mettendo in luce alcuni punti importanti.
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