Riassunto analitico
Introduzione e scopo: L’adenocarcinoma pancreatico è una neoplasia ad elevata mortalità; ad oggi il trattamento chirurgico rappresenta l’unico approccio potenzialmente curativo, ma solo il 20% circa dei pazienti affetti da neoplasia pancreatica è resecabile alla diagnosi; il 50% dei pazienti alla diagnosi presenta malattia metastatica e il 30 % malattia localmente avanzata (non resecabile). Ad oggi il trattamento ottimale dei carcinomi pancreatici localmente avanzati non resecabili (LAPC) non è ben definito; le incertezze riguardano la definizione dell’ottimale schema chemioterapico da utilizzare, la reale utilità del trattamento radioterapico in associazione al trattamento chemioterapico, il corretto timing del trattamento radiante (immediatamente o dopo una chemioterapia di induzione). Scopo della tesi è quello di descrivere i percorsi diagnostico-terapeutici proposti attualmente per i LAPC in base a linee guida internazionali e di valutare retrospettivamente efficacia e tossicità di un trattamento chemioradioterapico con l’impiego di metodiche radioterapiche avanzate in pazienti con LAPC trattati presso il Policlinico di Modena. Materiali e metodi: Sono stati analizzati i dati di 46 pazienti con LAPC trattati presso la RT di Modena dal 2008 al 2015. Il trattamento prevedeva una chemioterapia (CT) d’induzione con Gemcitabina o Gemcitabina e Oxaliplatino, seguita da un trattamento radiante (RT) associato a chemioterapia con capecitabina o 5-FU; al termine del trattamento RT-CT si procedeva a ristadiazione per valutare la resecabilità chirurgica. La RT è stata effettuata con tecniche avanzate (radioterapia conformazionale 3D o radioterapia ad intensità modulata volumetrica con Tomotherapy); le dose totale prescritta al planning target volume (lesione pancreatica e stazioni linfonodali di drenaggio) era compresa tra 50 e 60 Gy con frazioni da 1.8 -2 Gy/die. Le tossicità acute e tardive sono state rilevate mediante le scale RTOG. La sopravvivenza libera da progressione di malattia (PFS), la sopravvivenza libera da progressione locoregionale (local-PFS), la sopravvivenza libera da mestastasi a distanza (MFS) e la sopravvivenza globale (OS) sono state stimate con il metodo di Kaplan-Meier. Risultati: Il follow-up mediano è stato di 15 mesi (range 4-70). Le mediane di local-PFS, MFS, PFS e OS sono state rispettivamente 31, 10.9, 9.7, 15.7 mesi Le stime a 1 anno di local-PFS, MFS, PFS e OS sono state rispettivamente 56.9%±0.07 SE, 50%±0.07 SE, 38.9%± 0.07 SE, 62,8%± 0.07 SE. Non sono state registrate tossicità acute e tardive di grado superiore a 3. Il 23.9% (11/46) dei pazienti sono stati giudicati operabili dopo il trattamento radiochemioterapico; in questo sottogruppo di pazienti la OS mediana (31.6 mesi) è stata significativamente superiore a quella dei pazienti non operati (12.8 mesi).
conclusioni: I nostri dati, in linea con la letteratura più recente, suggeriscono che una chemioterapia di induzione seguita da una radiochemioterapia effettuata con tecniche radioterapiche moderne è la scelta ideale per il trattamento di pazienti affetti da neoplasie pancreatiche localmente avanzate non resecabili. Il trattamento radioterapico garantisce in questo setting di pazienti un discreto controllo locoregionale e una buona percentuale di downstaging rendendo resecabile circa il 20 % dei pazienti non resecabili alla diagnosi, migliorandone significativamente la sopravvivenza globale.
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