Riassunto analitico
Introduzione: I tumori benigni delle ghiandole salivari rappresentano il 2-3% di tutti i tumori e sono più frequenti nella parotide (85% dei casi) rispetto alle altre ghiandole. Il tumore è di tipo benigno nel 75% dei casi per la parotide. Le istologie più frequenti sono rappresentate dall’Adenoma Pleomorfo e dal tumore di Warthin. I tassi di paralisi facciale post-operatoria descritti in letteratura in seguito ad intervento chirurgico su parotide per lesioni benigne oscillano intorno al 30% dei casi, ma si tratta quasi sempre di lesioni parziali e transitorie.
Materiali e Metodi: È stato eseguito uno studio retrospettivo su pazienti sottoposti dal 2014 al 2020 ad intervento chirurgico di parotidectomia parziale o totale presso le U.O.C. di Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cranio-Maxillo-Facciale dell’AOU Policlinico di Modena e di Otorinolaringoiatria del Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. Dei 588 pazienti selezionati, i quali rispondevano ai criteri di inclusione ed esclusione, sono stati raccolti dati relativi alle caratteristiche del paziente (età, sesso), della neoplasia (istologia, dimensioni, multicentricità) e dell’intervento (secondo classificazione ESGS). È stata successivamente eseguita un’analisi di regressione logistica binomiale multivariata per valutare una possibile associazione dei fattori sopraelencati con la funzionalità del nervo facciale nell’immediato post-operatorio al netto di fattori di confondimento.
Risultati: Il tasso di pazienti che presentavano una paralisi facciale post-operatoria era del 25,3%. L’età all’intervento chirurgico si è rivelata essere un fattore di rischio di paralisi facciale post-operatoria. Inoltre, si è osservato che l’estensione della resezione chirurgica a più lobi parotidei (secondo la classificazione ESGS) si associ ad un maggior rischio di paralisi facciale post-operatoria. Infine, i pazienti con esame istologico definitivo diagnostico per tumore di Warthin sembrerebbero essere meno a rischio di paralisi facciale rispetto a pazienti affetti da altre neoplasie benigne della parotide. Il tasso di riabilitazione, dopo sola terapia medica associata a riabilitazione logopedica, nel 25,3% dei pazienti che presentava un qualsiasi grado di paralisi facciale, è stato del 86,9%.
Discussione: Questo lavoro si propone di stratificare il rischio di paralisi facciale in seguito a parotidectomia per lesioni benigne, a seconda delle principali caratteristiche legate al paziente, alla malattia e a variabili intrinseche all’intervento chirurgico. È stata osservata da diversi autori un’associazione significativa tra età avanzata (> 70 anni) e peggiori performance del nervo facciale nell’immediato periodo post-operatorio. La nostra analisi conferma questo dato. Tale associazione è attribuibile, verosimilmente, al deterioramento del trofismo nervoso che si verifica nell’anziano. Analogamente, l’estensione della dissezione parotidea, come osservato in letteratura, influenza significativamente l’outcome sul nervo facciale. Dalle nostre analisi, si evince che la resezione esclusiva di un singolo livello superficiale (livelli I o II secondo la classificazione ESGS) sia la tipologia di intervento meno frequentemente associata a paralisi post-operatoria. Diversamente da quanto osservato da altri autori, le dimensioni della neoplasia non sembrerebbero avere influenza sull’esito secondo i nostri risultati. Nella nostra opinione anche tumori ad eziologia benigna di grandi dimensioni della ghiandola parotide mantengono un sufficiente piano di clivaggio dal nervo facciale tale da non aumentare la difficoltà di dissezione. Infine, sono pochi e discordanti i dati in letteratura riguardo l’influenza dell’istologia neoplastica sulla paralisi facciale post-operatoria. La nostra analisi mostra, però, come il tumore di Warthin sia associato a minor rischio di paralisi facciale rispetto ad altre istologie.
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