Riassunto analitico
Introduzione: l’eccessivo sforzo inspiratorio può condurre al danno polmonare autoindotto, il quale si associa ad un peggioramento clinico nei pazienti in respiro spontaneo con insufficienza respiratoria acuta (IRA). Sebbene la manometria esofagea sia un metodo affidabile per stimare l’entità dello sforzo inspiratorio, esistono problematiche procedurali significative che ne limitano l’utilizzo nella pratica clinica quotidiana. L’obiettivo dello studio è di descrivere la correlazione tra le variazioni di pressione esofagea (Pes) e nasale (Pnos) come potenziale misura dello sforzo inspiratorio nei pazienti in respiro spontaneo con IRA de novo. Metodi: dal 1° gennaio 2021 al 1° settembre 2021, sono stati arruolati 61 pazienti con IRA ricoverati nell’unità di terapia intensiva respiratoria (UTIR) dell’ospedale universitario di Modena (Italia) e candidati ad intensificazione del supporto respiratorio non invasivo (SRNI). Le caratteristiche cliniche e le variazioni di Pes e Pnos sono state raccolte all’inizio del ricovero e 24 ore dopo l’inizio del SRNI. La correlazione tra ΔPes e ΔPnos rappresentava l’outcome primario. Sono stati anche raccolti gli effetti della misurazione di ΔPnos su ΔPes e sulla frequenza respiratoria. Risultati: ΔPes e ΔPnos erano fortemente correlati sia all’inizio del ricovero (R2 = 0.88, p < 0.001) che dopo 24 ore (R2 = 0.94, p < 0.001). L’inserimento del tappo nasale e la chiusura della bocca richiesti per la misurazione di ΔPnos non hanno alterato in modo significativo né la frequenza respiratoria né ΔPes. La correlazione tra le misurazioni dopo 24 ore è rimasta statisticamente significativa anche dopo aver diviso i soggetti in base al tipo di SRNI (nasocannule ad alto flusso [R2 = 0.79, p < 0.001] o ventilazione non invasiva [R2 = 0.95, p< 0.001]). Conclusioni: nella coorte di pazienti con IRA, la rilevazione della variazione di pressione nasale non ha alterato la meccanica respiratoria nel breve termine ed era fortemente correlata con la variazione di pressione esofagea durante il respiro spontaneo. ΔPnos necessiterebbe di ulteriori studi riguardo la sua capacità di rilevare lo sforzo inspiratorio nei pazienti con IRA.
|
Abstract
Introduction: Excessive inspiratory effort could translate into self-inflicted lung injury, thus worsening clinical outcomes of spontaneously breathing patients with acute respiratory failure (ARF). Although esophageal manometry is a reliable method to estimate the magnitude of inspiratory effort, procedural issues significantly limit its use in daily clinical practice. The aim of this study is to describe the correlation between esophageal pressure swings (ΔPes) and nasal (ΔPnos) as a potential measure of inspiratory effort in spontaneously breathing patients with de novo ARF.
Methods: From January 1, 2021, to September 1, 2021, 61 consecutive patients with ARF (83.6% related to COVID-19) admitted to the Respiratory Intensive Care Unit (RICU) of the University Hospital of Modena (Italy) and candidate to escalation of non-invasive respiratory support (NRS) were enrolled. Clinical features and tidal changes in esophageal and nasal pressure were recorded on admission and 24 h after starting NRS. Correlation between ΔPes and ΔPnos served as primary outcome. The effect of ΔPnos measurements on respiratory rate and ΔPes was also assessed.
Results: ΔPes and ΔPnos were strongly correlated at admission (R2 = 0.88, p < 0.001) and 24 h apart (R2 = 0.94, p < 0.001). The nasal plug insertion and the mouth closure required for ΔPnos measurement did not result in significant change of respiratory rate and ΔPes. The correlation between measures at 24 h remained significant even after splitting the study population according to the type of NRS (high-flow nasal cannulas [R2 = 0.79, p < 0.001] or non-invasive ventilation [R2 = 0.95, p < 0.001]).
Conclusions: In a cohort of patients with ARF, nasal pressure swings did not alter respiratory mechanics in the short term and were highly correlated with esophageal pressure swings during spontaneous tidal breathing. ΔPnos might warrant further investigation as a measure of inspiratory effort in patients with ARF.
|