Riassunto analitico
RAZIONALE – L’invecchiamento in atto nella popolazione mondiale ha generato nuove sfide e difficoltà in moltissimi ambiti sanitari. Considerando come gli anziani abbiano spesso segni e sintomi atipici, molteplici comorbilità e una maggiore fragilità, è facilmente intuibile come la loro valutazione e gestione sia più complessa. Tuttavia, una diagnosi di ingresso imprecisa ha importanti risvolti negativi, tra cui la perdita di tempo prezioso in misure non necessarie. Nonostante queste premesse, vi è una conoscenza limitata su quanto spesso la diagnosi di ricovero per gli anziani ospedalizzati si riveli errata e di come questo influisca sull'assistenza. OBIETTIVI – L'obiettivo principale di questo studio era identificare l'accuratezza della diagnosi effettuata dalla Struttura Semplice di Pronto Soccorso nei pazienti anziani confrontandola con la diagnosi di dimissione della Struttura Complessa di Geriatria dopo il ricovero. Il nostro obiettivo secondario era descrivere il campione a livello clinico, anamnestico ed epidemiologico, determinare la concordanza tra la diagnosi di ingresso e di uscita in funzione di specifici tipi di patologie, valutare i potenziali fattori di rischio per una sostanziale discrepanza diagnostica e verificare l’eventuale presenza di effetti negativi della discrepanza sulla durata del ricovero, sull’outcome e sull’autosufficienza. METODI – Sono stati arruolati nel periodo compreso tra Agosto 2020 e Maggio 2021 92 pazienti ricoverati nella Struttura Complessa di Geriatria NOCSAE. Tutti i pazienti avevano un’età > di 65 anni. L’acquisizione dei dati necessari è avvenuta mediante ricerca degli stessi nelle cartelle dei pazienti. La concordanza delle diagnosi di ingresso e dimissione è stata misurata in due modi. In primo luogo, abbiamo confrontato la congruenza tra le diagnosi di ingresso e le diagnosi di dimissione, in modo da verificare la presenza di falsi positivi, successivamente si è proceduto all’operazione opposta, in modo da verificare la presenza dei falsi negativi. RISULTATI – Le condizioni associate ad una sovradiagnosi in Pronto soccorso sono state: l’anemizzazione (2 falsi positivi), le infezioni (4 falsi positivi), le polmoniti (2 falsi positivi), le IVU (2 falsi positivi) e il decadimento psico-organico (8 falsi positivi). Per quanto riguarda le condizioni associate ad una sottodiagnosi in Pronto Soccorso, si sono ottenuti i seguenti valori: scompenso cardiaco (22 falsi negativi), fibrillazione atriale (4 falsi negativi), anemizzazione (7 falsi negativi), infezioni (29 falsi negativi), polmoniti (13 falsi negativi), IVU (16 falsi negativi) ed insufficienza renale (10 falsi negativi). Non sono stati riscontrati né falsi positivi né negativi per l’ictus. La durata ricovero è risultata avere un aumento pari al 45,4% nei pazienti con diagnosi discrepante per polmonite. La mortalità è quasi raddoppiata nei pazienti con diagnosi errata di polmonite e di IVU. CONCLUSIONI – La popolazione in esame è gravata da una forte fragilità e da un importante carico di comorbilità. Date le sfide che i pazienti geriatrici comportano, potrebbe essere utile sviluppare programmi di formazione per educare i medici di Pronto Soccorso sulle sindromi geriatriche e sulle possibili presentazioni cliniche atipiche di questa popolazione.
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