Riassunto analitico
L’ictus ischemico rappresenta la seconda causa di morte, la terza causa di disabilità a livello mondiale nei paesi sviluppati e la prima causa di disabilità negli anziani. Esso si definisce come una sindrome clinica caratterizzata dalla comparsa improvvisa di un deficit neurologico focale, talora globale, che persiste per più di 24 ore o che porta a morte, che è causato da infarto cerebrale o midollare. Negli ultimi anni la terapia in acuto dell’ictus ha fatto enormi progressi, e al momento attuale le terapie di riperfusione cerebrale comprendono la terapia fibrinolitica endovenosa (rTPA) e la trombectomia, quest’ultima limitata ai casi di ictus con riscontro di occlusione di grosso vaso arterioso cerebroafferente. Poiché l’ictus ischemico è una patologia tempo-dipendente, è necessaria una diagnosi precoce per poter garantire l’inizio delle terapie di riperfusione il più rapidamente possibile.
Si definiscono “stroke mimics” tutte quelle condizioni neurologiche a genesi non vascolare che si presentano con un deficit neurologico acuto, simulando quadri clinici compatibili con quelli dell’ictus ischemico. Essi rappresentano una percentuale rilevante di tutti i casi di sospetto stroke in ingresso al Pronto Soccorso, e sono un potenziale rischio poiché possono essere inclusi nel trattamento con rTPA, il quale fornisce per questo sottogruppo di pazienti trattati solo un’esposizione al rischio emorragico senza il potenziale beneficio, noto per i pazienti ischemici. L’incidenza di pazienti mimic trattati con rTPA endovenosa costituisce, valutando i dati reperibili in letteratura, una percentuale variabile dal 2 al 7% di tutti i pazienti trattati. Le condizioni cliniche di stroke mimics più frequenti includono: disturbi psichiatrici (disturbo funzionale/da conversione), crisi epilettiche e paralisi di Todd, emicrania con aura, infezioni, tumori cerebrali, paralisi periferiche e decadimento cognitivo.
Questa tesi si propone di analizzare l’esperienza della Stroke Unit dell’Ospedale Civile di Baggiovara di Modena per quanto riguarda i pazienti con stroke mimic, in particolare l’obiettivo è quello di studiare la diagnosi, la terapia in acuto e gli outcome dei casi trattati con trombolisi endovenosa presso l’Hub, confrontati con i pazienti con stroke sottoposti al trattamento di riperfusione cerebrale. È stato eseguito pertanto uno studio retrospettivo raccogliendo i dati di 590 pazienti trattati con trombolisi endovenosa tra il 2005 e il 2021, tra questi sono stati analizzati i casi di stroke mimics.
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