Riassunto analitico
Introduzione L’obesità rappresenta un problema di rilevanza globale, riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una vera e propria epidemia, la sua prevalenza è in continuo aumento soprattutto nei paesi industrializzati. In corso di gravidanza, l’obesità materna si associa a complicanze materne, intrapartum e neonatali, tra le quali spicca la macrosomia e LGA. Ad oggi, non esistono chiare evidenze che una modifica dello stile di vita possa influenzare positivamente questo outcome.
Obiettivi La gravida obesa è soggetta a un rischio più alto rispetto alla donna normopeso di andare incontro ad esiti neonatali sfavorevoli, che possono influenzare la salute del bambino a breve e lungo termine: lo scopo dello studio consiste nel valutare se la prescrizione di una restrizione calorica a basso indice glicemico e un programma motorio costante introdotto sin dal primo trimestre possa modificare la composizione corporea materna e, conseguentemente, influenzare il peso alla nascita del bambino in donne sovrappeso o obese, in particolare nello sviluppo di LGA e SGA. Secondariamente, se questo cambiamento nello stile di vita possa influire positivamente sugli outcome materni e intrapartum.
Materiali e metodi Lo studio è un trial clinico controllato, randomizzato, prospettico. 489 donne con BMI ≥ 25 sono state randomizzate alla 9a-12a settimana di gestazione in un gruppo di controllo (n= 244) e in un gruppo sperimentale (n=245). Al gruppo di controllo è stato proposto un programma motorio e uno schema alimentare orientativo; al gruppo sperimentale è stata fornita una dieta a basso indice glicemico con un contenuto calorico pari a 1700-1800 Kcal/day più 30 minuti di camminata almeno 3 volte alla settimana. È stato misurato il peso all’arruolamento e ad ogni visita di controllo (20a, 28a e 36a settimana di gestazione). All’arruolamento e ad ogni visita di controllo (in cui sono presenti sia il ginecologo che il dietista) è stata effettuata un’analisi bioimpedenziometrica della composizione corporea della donna, inoltre sono tate prescritte due OGTT a 16-18 e a 24-26 settimane.
Risultati Le caratteristiche socio-demografiche alla randomizzazione e le categorie di BMI sono equamente distribuite. Le pazienti che sono state seguite sono 411 (GC =201; GS =210). Il GWG non differisce tra il gruppo sperimentale rispetto il gruppo di controllo; come anche l’aderenza alle linee guida IOM per l’aumento gestazionale. Il gruppo sperimentale è stato diviso in due i sottocategorie in base al BMI (25-35 e >35) ed è stato visto come la prescrizione dietetica riduca maggiormente l’aumento della massa grassa nelle pazienti con obesità maggiore (1,8±3,5 vs 4±3,8, p=0,004), l’incidenza di diabete a 24-28 settimane e l’incidenza di parto operativo, differenza non registrata nel gruppo di controllo. La percentuale di bambini grandi per l’età gestazionale (LGA) è maggiore nel gruppo di controllo rispetto al gruppo sperimentale (14% vs 7,3%, p= 0,029).
Discussione Una restrizione calorica a basso indice glicemico associata ad un esercizio fisico costante introdotte fin dal primo trimestre sono in grado di ridurre l’incidenza di LGA nella gravida sovrappeso/obesa, in particolare nella categoria con BMI>35. Inoltre l’intervento sperimentale migliora alcuni outcome secondari (aumento di FM, GMD al terzo trimestre e parto operativo) nelle donne con obesità di II° e III°. Su tutti gli altri outcome il ruolo dell’intervento rimane da definire.
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