Riassunto analitico
L'obesità durante la gravidanza, sia intesa come eccessivo BMI pregravidico sia come eccessivo Gestational Weight Gain, rappresenta un importante fattore di rischio sia per la madre che per il nascituro, poiché è correlata a diversi outcomes negativi della gravidanza, in particolare al diabete gestazionale (GDM), e sono ormai numerosi gli studi che dimostrano una relazione causa-effetto tra queste due variabili. Negli ultimi anni il tessuto adiposo è stato ampiamente studiato, ed è stato riconosciuto come un attivo organo endocrino secernente citochine pro-infiammatorie e altre molecole, definite adipochine. Queste molecole, prodotte in quantità aumentata nei soggetti obesi, provocano una “meta-infiammazione” sistemica, e sono in grado di incidere sia sul metabolismo del tessuto adiposo stesso, sia sul metabolismo glucidico, favorendo l'instaurarsi di una condizione di insulin-resistenza o di diabete manifesto, associandosi quindi allo sviluppo di diverso patologie croniche dell'adulto. Il ruolo del tessuto adiposo e la sua relazione con il diabete e lo stato meta-infiammatorio sono stati largamente studiati anche in ambito ostetrico, a partire dall'evidenza che si verifica una aumentata concentrazione di citochine pro-infiammatorie sia in gravide sovrappeso o obese, sia in donne che sviluppano GDM, sia in donne sovrappeso o obese che sviluppano diabete. Questo studio si propone di analizzare le citochine infiammatorie in gravide obese e sovrappeso monitorandone l'andamento dal I al III trimestre, e analizzandole in relazione a BMI pregravidico, peso corporeo, composizione corporea valutata con la biompedenziometria e sviluppo di diabete. A questo scopo sono state arruolate presso l'Ambulatorio di Patologia Ostetrica del Policlinico di Modena 57 donne con BMI >= 25 kg/m2. Le pazienti sono state incontrate in una prima visita a 16-18 settimane di gestazione e in una visita conclusiva a 35-37 settimane. Durante ogni incontro le pazienti sono state pesate con una bilancia bioimpedenziometrica, strumento capace di valutare la distribuzione del peso corporeo e di differenziare la massa grassa dalla massa magra secondo i vari distretti. Le pazienti hanno inoltre eseguito OGTT 16-18 settimane secondo le Linee Guida italiane, e hanno ripetuto l'esame a 24-26 settimane in caso di negatività del primo test. Durante il I e il III trimestre sono stati eseguiti prelievi da sangue periferico al fine di dosare le citochine IFNγ, IL-1a, IL-1b, IL-2, IL-6, IL-8, IL-10, IL-12p70, TNFα, che sono state successivamente analizzate tramite la tecnica ELISA. 54 pazienti hanno completato lo studio, mentre 3 pazienti sono uscite dallo studio, sebbene tutte le 57 donne arruolate abbiano effettuato i prelievi ematici per l'analisi delle citochine. Dall'analisi dei dati è emerso che l'IL-6 al I trimestre correla significativamente con il BMI pregravidico, il peso corporeo, la quantità di massa grassa totale e del tronco alla prima visita. Questa associazione positiva si mantiene anche alla fine della gravidanza, poiché l'IL-6 dosata al III trimestre correla con la quantità di massa grassa totale e del tronco misurate al III trimestre. Inoltre la variazione di IL-6 dal I al III trimestre correla positivamente con l'aumento di peso tra la prima e l'ultima visita. Infine sono stati riscontrati aumentati livelli di IFNγ, IL-10, IL-12p70 e TNFα sia all'inizio che alla fine della gravidanza nelle pazienti con un alterato metabolismo glucidico. I dati ottenuti dallo studio confermano i risultati emersi dagli altri studi condotti sullo stesso argomento, sia per quanto riguarda l'obesità e le citochine ad essa associate, sia per quanto riguarda il diabete. Rispetto ai precedenti questo studio stabilisce che nella gravida obesa, così come nella non-gravida, l'aumento del tessuto adiposo viscerale contribuisce in maniera importante alla produzione di citochine pro-infiammatorie, in particolare IL-6.
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