Riassunto analitico
Il presente lavoro tratta le problematiche delle start-up, in particolar modo le modalità di finanziamento e i sistemi di supporto alla creazione e allo sviluppo di nuove imprese. Le start-up sono caratterizzate da una difficoltà di finanziamento superiore alle altre imprese a causa di un’alta opacità informativa. I modelli classici sulla composizione della struttura finanziaria ottimale proposti dalla teoria economica postulano, ognuno per ragioni diverse, la preferibilità del debito rispetto al capitale esterno una volta che sono esaurite le capacità di auto-finanziamento. Purtroppo l’asimmetria informativa delle start-up rende il premio per il finanziamento esterno talmente alto da impedire spesso l’utilizzo del debito e costringe il ricorso a forme e operatori diversi. All’interno dello start-up financing sono principalmente due gli investitori in grado di supportare il rischio di queste imprese: i business angels e i fondi di venture capital. Con il termine business angels si fa riferimento a investitori privati che assumono partecipazioni all’interno di start-up soprattutto con azioni ordinarie. I fondi di venture capital focalizzano la propria attività su aziende giovani e con alto potenziale di crescita. I venture capitalist sono in grado di ridurre l’asimmetria informativa e di limitare i problemi d’agenzia legati al finanziamento delle start-up tramite diversi meccanismi contrattuali e un ampio coinvolgimento nella gestione aziendale. I fondi di venture capital sono caratterizzati da un’alta volatilità e da una forte correlazione con il ciclo economico. Negli ultimi anni sono in aumento gli interventi pubblici di sostegno alle start-up e in generale al trasferimento tecnologico tramite azioni di natura normativa e agevolazioni fiscali. Due esempi d’interventi normativi importanti sono il JOBS act americano e il decreto sviluppo emanato in Italia. Entrambi gli interventi contengono diverse misure di sostegno alle start-up e introducono concetti nuovi come il finanziamento tramite crowdfunding. Inoltre a livello europeo è stato da poco approvato un regolamento relativo ai fondi di venture capital che ha il fine di armonizzare il mercato comunitario e facilitare le attività cross border. L’ultima parte del lavoro è dedicata agli incubatori aziendali tramite un caso di studio. Il termine business incubator è usato, a volte anche erroneamente, per indicare strutture con caratteristiche diverse e spesso viene usato come sinonimo di acceleratore o parco scientifico. Nonostante le diverse declinazioni che può assumere, per incubatore s’intende una facility che fornisca servizi infrastrutturali condivisi per più imprese come uffici, laboratori condivisi e servizi di segreteria. Molti incubatori offrono anche servizi di business support e di networking. L’insieme di attività e servizi offerti dipende dalla natura dell’incubatore, che può essere pubblico, universitario, non-profit e for-ptofit. Il caso di studio analizzato riguarda l’incubatore Knowbel gestito dalla fondazione Democenter-sipe. La struttura propone un modello d’incubazione composto da tre aree d’intervento: servizi di location, un programma d’accelerazione e un programma di mentorship. Nella tesi vengono descritte le attività prestate e l’ultima parte è dedicata ad un tentativo d’analisi e d’inquadramento della struttura all’interno dell’industria dei business incubators.
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