Riassunto analitico
La società complessa nella quale viviamo è costituita da sottogruppi variegati e multiculturali. Alcuni rimangono occulti e ai margini di essa. La seconda generazione di immigrati (stranieri o italiani per acquisizione) costituisce l’8% della popolazione totale residente in Italia. In particolar modo si stima che i minori di origine straniera residenti in Italia superino il milione di presenze. Alla base di questa argomentazione si pone il quesito sull’uguaglianza e sulla parità dei diritti umani fondamentali dei minori di origine straniera. Riprendendo il titolo della trattazione, ci si domanda se la seconda generazione di origine immigrata possa essere concretamente considerata un cittadino di serie A o di serie B, seppur in presenza di norme nazionali ed internazionali che dovrebbero garantire l’adempienza di tali diritti essenziali ed universali. L’argomentazione si avvia con la presentazione del fenomeno migratorio e sulle motivazioni che portano annualmente milioni di persone ad abbandonare il proprio Paese d’origine e giungere in un luogo estremamente diverso e lontano dalla loro realtà conosciuta. Importante è fare luce sulle cause di immigrazione, purtroppo poco conosciute. Perché compiere una scelta così importante che cambia la propria vita e quella dei cari, significa aver tentato tutte le possibili alternative senza aver avuto successo. Urge la necessità di sfatare l’oramai classico stereotipo “gli stranieri sono venuti in Italia per rubare il lavoro a noi italiani”. Solo conoscendo le cause, le grandi perdite in termini di vita umana e non solo economiche che subiscono per giungere in un Paese totalmente diverso dal loro, si può arrivare a considerare l’altro una Persona. Dopo aver inquadrato in maniera generale l’argomento, si svolge un’analisi sul fenomeno migratorio in Italia a partire dalla seconda metà del secolo scorso sino ai giorni nostri, con lo scopo di comprendere come esso sia cambiato. Di seguito vengono descritte le difficoltà provate quotidianamente dai giovani di seconda generazione, nelle relazioni socio-familiari ed economiche che condizionano lo sviluppo della loro identità. Queste problematicità vengono convalidate da teorie sociali, quali la teoria del Capitale culturale di Bourdieu e Passeron, la quale conferma l’esistenza di una relazione deterministica tra le condizioni svantaggiate di partenza in cui il soggetto si trova e le possibilità di avere successo nel futuro. Successivamente l’argomentazione entra nel campo giuridico dei diritti umani fondamentali, con l’obiettivo di evidenziare come la burocrazia non sia al passo della realtà e delle necessità dei singoli. Una prima trattazione riguarda l’Art.22 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, in materia di sicurezza sociale. Di seguito si ha l’approfondimento di due normative, una nazionale ed una internazionale: il D.Lgs. n. 286/1998 contenente il “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero” e la Normativa di Protezione internazionale approvata dalla Comunità internazionale. Diviene a questo punto opportuno approfondire le modalità di conseguimento della cittadinanza italiana da parte di soggetti stranieri. Per concretizzare quanto trattato sino ad ora, si è svolto un breve approfondimento sulla violazione dei diritti umani delle ragazze “invisibili”, promesse spose in un matrimonio forzato. Tuttavia nel nostro territorio sono presenti modelli di integrazione ben avvenuta. Un esempio concreto riguarda le istituzioni scolastiche italiane che negli ultimi decenni stanno cercando di trasformare la scuola sempre più in un contesto di uguaglianza e rispetto reciproco ponendo alla base del processo educativo degli spazi interculturali. Questo processo parte fin dai primissimi anni di vita dei bambini. Fondamentale diviene lo svolgimento di attività inclusive e solidali.
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