Riassunto analitico
Favole e internet: un binomio alquanto paradossale in apparenza. In questa ricerca si è dimostrato che l’uso di un approccio narrativo in percorsi di educazione ai media rappresenta un’efficace chiave di accesso alla realtà onlife, i cui confini tra digitale e analogico sono sempre meno nitidi. Dopo lo sviluppo di internet, i media digitali hanno pervaso la società contemporanea, caratterizzata dall’essere delle reti e informazionale; in particolare, con l’avvento del web 2.0, i media sociali diventano di uso quotidiano e rendono l’utente consumatore e produttore di contenuti che con un click possono essere condivisi pubblicamente. In questa realtà liquida e in continuo mutamento la scuola, come agenzia educativa, è chiamata a diventare “digitalmente aumentata” a partire dal varo del Piano Nazionale Scuola Digitale nel 2015. L’acquisizione delle competenze digitali diventa un elemento fondamentale per diventare cittadini responsabili e consapevoli. In ottica di cittadinanza digitale le linee guida ministeriali hanno un orientamento molto preciso: la mera conoscenza tecnica dei dispositivi tecnologi non basta, occorre insegnare ai nativi digitali a leggere criticamente i nuovi media e ad utilizzarli in modo consapevole e accorto, rivelando loro i rischi che possono incontrare. La Media Education o educazione ai media diventa necessaria e questa ricerca ne dimostra le motivazioni: la pervasività dei media digitali, l’indispensabile mediazione adulta nei loro confronti, lo sviluppo del senso critico, l’educazione alla salute, la crescita del senso democratico, l’educazione estetica. Si è approfondito il tema dei social network, i quali rivestono un’importanza cruciale a livello identitario, sociale ed economico. Le ricerche presentate dimostrano che è in aumento il loro utilizzo da parte di adulti, giovani e giovanissimi i quali non potrebbero accedere per limiti di età. Vengono indagate le potenzialità dei social network e i loro possibili rischi, proponendo un approccio equilibrato che conduce i giovani ad essere più consapevoli delle opportunità, offerte dalle piattaforme digitali, dei rischi che possono incontrare e, secondo studi recenti, delle logiche commerciali del capitalismo digitale. In un mondo sempre più social si è portati a instaurare molti legami per ampliare la propria rete sociale, ma essi appaiono spesso superficiali, frammentari e basati su conversazioni poco autentiche. Le narrazioni rappresentano un ponte che lega i social network all’essere umano: fotografie, stories, reel, post sono narrazioni di esperienze di vita, di idee, di caratteristiche identitarie. Tra i tanti generi narrativi, viene approfondito quello favolistico svelando la “connessione” tra favole e internet: la brevità strutturale del testo, la semplicità e l’immediatezza dell’approccio stilistico, uno schema strutturale che coinvolge il lettore e la facile rappresentabilità iconica. All’interno del metodo “Esopo digitale” le favole vengono riscritte e modernizzate a livello contenutistico, ma la loro struttura e il loro intento morale non cambia. Le Favole in wi-fi tracciano un legame tra classicità e modernità; un valido strumento per riflettere sulla realtà onlife e sulle dinamiche relazioni ad essa collegate. Sulla base di questo metodo, infine, viene proposto un intervento didattico di educazione ai media volto alla creazione di relazioni onlife positive.
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