Riassunto analitico
Background e obiettivi: La biopsia renale rappresenta il "gold standard" per la diagnosi di malattie parenchimali renali, sia nei reni nativi che trapiantati. Tale procedura è generalmente ritenuta sicura. La complicanza più frequente è l'emorragia. Tuttavia, nonostante la probabilità di una complicanza emorragica maggiore sia bassa, la severità delle possibili conseguenze è considerevole (eventi come nefrectomia o morte del paziente associati alla biopsia dei reni sono rari, ma riportati in letteratura). L'obiettivo di questo studio osservazionale retrospettivo monocentrico è quello di identificare la prevalenza di complicanze emorragiche maggiori e minori conseguenti a biopsia renale percutanea e di definire i fattori di rischio associati a complicanze maggiori (necessità di emotrasfusione, chirurgia, nefrectomia, embolizzazione, decesso) e minori (calo Hb>2g/dl in 24h, tamponamento vescicale, macroematuria, necessità di angio-TC, ematoma >3cm).
Impostazione dello studio: Lo studio condotto è monocentrico, osservazionale, retrospettivo e trasversale. I dati sono stati estratti dalle cartelle cliniche di ricovero di pazienti sottoposti a biopsia percutanea dei reni nativi o trapiantati nel reparto di Nefrologia dell'AOU di Modena o in altri reparti del medesimo centro, in un periodo di tempo compreso dal 01/01/2010 fino al 31/12/2020. Per ogni cartella clinica sono state estratte le informazioni anagrafiche, cliniche e bio-umorali utili allo studio e inserite in un file Excel. I pazienti sono stati stratificati per biopsia su rene nativo e trapiantato. Successivamente, i due gruppi sono stati suddivisi in sottogruppi differenti sulla base dell'assunzione di terapia antiaggregante entro 5 giorni dalla procedura ed entro 48 ore dalla procedura. I dati sono stati processati mediante software di biostatistica.
Risultati: Dal 01/01/2010 al 31/12/2020 sono state eseguite 1226 biopsie renali percutanee. Di queste, 172 sono state escluse dallo studio a causa della mancanza di dati essenziali, per cui si contano 1054 biopsie in 953 pazienti: 769 su rene nativo (di cui 113 in terapia antiaggregante entro 5 gg) e 285 su rene trapiantato (di cui 173 in terapia antiaggregante entro 5 gg). Per quanto riguarda la frequenza di complicanze, non si sono registrate differenze statisticamente significative né confrontando il gruppo dei pazienti in terapia antiaggregante entro 5 giorni dalla procedura con il gruppo dei pazienti non in terapia, né tra il gruppo dei pazienti in terapia entro 48 ore e i pazienti con terapia sospesa da più di 48 ore (ma da meno di 5 giorni), sia per le biopsie su rene nativo che per le biopsie su rene trapiantato. Nessun decesso è stato attribuito alla procedura. Nel gruppo delle biopsie su rene nativo, conta piastrinica <120x10^³/µl e eGFR sono risultati essere fattori predittivi di sviluppo di complicanza maggiore. Si è registrata una differenza statisticamente significativa nella frequenza di complicanze maggiori e minori tra il gruppo delle biopsie su rene nativo e il gruppo delle biopsie su rene trapiantato, con una minore frequenza in quest'ultimo.
Conclusioni: La biopsia renale percutanea è una procedura a basso rischio per complicanze emorragiche maggiori. La frequenza di complicanze maggiori e minori è inferiore nelle biopsie del rene trapiantato rispetto alle biopsie su rene nativo. Risultano essere fattori di rischio per complicanza maggiore un eGFR ridotto e conta piastrinica <120x10^³/µl. L'assunzione di terapia antiaggregante entro 5 giorni dalla procedura non è risultata costituire un rischio statisticamente significativo per complicanze nel nostro studio, seppur limitato per le sue caratteristiche (ridotto numero di pazienti, gestione dell'antiaggregante guidata dal buonsenso del clinico, studio retrospettivo).
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