Riassunto analitico
Secondo la Classificazione della World Health Organization (WHO), la Leucemia Linfatica Cronica (LLC) rientra tra le neoplasie a cellule B mature ed è caratterizzata dalla proliferazione ed accumulo nel sangue periferico, a livello del midollo osseo e dei tessuti linfoidi di linfociti B monomorfi che co-esprimono CD5 e CD23. Ad oggi, nella LLC non è nota l’esistenza di una lesione germinale in grado di innescare il processo di trasformazione, tuttavia è noto che un ruolo importante nella patogenesi di questa malattia è svolto da anomalie genetiche acquisite. A partire dagli anni ’70 sono state identificate numerose alterazioni geniche, pur riconoscendo che la LLC è caratterizzata da una relativa stabilità genomica se paragonata ad altre neoplasie ematologiche o tumori solidi. L’introduzione dell’analisi FISH (Fluorescent in situ hybridization) ha permesso di individuare alla diagnosi acquisizioni o perdite di materiale cromosomico non random in circa l’80% dei casi: le più frequenti anomalie cromosomiche sono le perdite di porzioni di cromosomi come del(6q), del(11q), del(13q) e del(17p), mentre le acquisizioni di interi cromosomi, come la trisomia del cromosoma 12, sono meno frequenti; anche le traslocazioni bilanciate possono essere identificate in alcuni casi, seppure la frequenza di riscontro sia ancora minore. A partire dagli anni ’90 si sono acquisite sempre maggiori evidenze anche riguardo al ruolo prognostico di queste alterazioni, che sono in grado di indirizzare anche le scelte terapeutiche. Inoltre, mediante analisi citogenetica convenzionale è possibile riscontrare la presenza di anomalie cromosomiche non altrimenti identificabili all'indagine FISH e che nel 20% dei casi sono inquadrabili come cariotipo complesso (presenza di almeno tre aberrazioni cromosomiche all’interno di uno stesso clone), il quale rappresenta un fattore prognostico sfavorevole. Nello studio è stata condotta un’analisi osservazionale retrospettiva su una sottopopolazione di pazienti affetti da LLC e portatori, sullo stesso clone cellulare, di due alterazioni citogenetiche fondanti, identificate mediante analisi FISH: del(13q) e trisomia del cromosoma 12. Gli obiettivi principali dello studio sono stati i seguenti: - descrivere le caratteristiche morfologiche, immunofenotipiche, genetiche (riarrangiamento di IGHV, mutazione di TP53, mutazione di NOTCH1), di presentazione clinica e di andamento prognostico di tali pazienti; - estendere l'analisi citogenetica all'esecuzione del cariotipo in tale sottogruppo di pazienti, al fine di identificare le alterazioni note oltre all'eventuale presenza di anomalie aggiuntive, valutando eventuali correlazioni cliniche negli ulteriori sottogruppi identificati.
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