Riassunto analitico
I classici della letteratura italiana sono da sempre oggetto di dibattito, a partire da quanto concerne il significato di questo termine. Cos’è un classico? La parola, dall’antica Grecia sino ad oggi, è stata oggetto di interpretazioni che hanno contribuito a renderne gli aspetti di complessità e poliedricità insiti in esso. Numerosi autori hanno provato a dare una definizione di classico, ma non è stato possibile trovarne una condivisa in quanto si tratta di una categoria in continuo movimento e rinnovamento. Negli anni, sono state numerose le azioni di modifica su queste grandi pietre miliari per quanto concerne la loro forma: possiamo trovarli tradotti, vederli trasposti sotto forma di rappresentazioni teatrali o film, ritrovarli in formato tascabile ridotti nel numero di pagine, oppure riscritti per un pubblico di riferimento anagraficamente diverso o vissuto in un’epoca molto distante da quella dell’autore. Considerando i numerosi adattamenti attraverso i quali possiamo conoscere i classici, e considerato il ritmo di vita frenetico della nostra società che ci porta a vivere il “qui ed ora” che senso ha leggere ancora i classici? Questo elaborato ha l’obiettivo di rispondere al quesito attraverso tre capitoli: nel primo viene analizzato il termine attraverso le proposte dagli autori più influenti dal mondo greco sino alle definizioni di Italo Calvino e, in seguito, viene illustrata la differenza tra le varie forme di modifica di un classico. Nel secondo capitolo, attraverso l’analisi di alcune ricerche, si fa riferimento ai benefici della lettura, sia dal punto di vista psicologico che per quanto concerne l’apprendimento, in quanto la competenza di lettura è indicata come traguardo all’interno delle Indicazioni Nazionali ed è oggetto di valutazione delle prove INVALSI. Inoltre, viene proposto un capitolo di riflessione sulla percezione della classicità nel mondo attuale e sul perché leggere proprio i classici. Nel terzo ed ultimo capitolo, viene preso in analisi L’Orlando Innamorato, poema epico-cavalleresco del Quattrocento scritto da Matteo Maria Boiardo e, attraverso una lettura critica dell’opera messa a confronto con la prosa scritta dal nostro contemporaneo Gianni Celati, viene mostrato come essa sia ricca di valori e affronti, attraverso il filtro della fantasia, tematiche che sono attualmente oggetto di discussione. Il capitolo prosegue con la presentazione del Centro Studi Matteo Maria Boiardo di Scandiano, associazione a promozione sociale con l’obiettivo di far conoscere il poeta, le sue opere e i valori della sua epoca attraverso progetti rivolti alle scuole, collaborazioni con enti territoriali, convegni e mostre. Il capitolo si conclude con la ricostruzione e l’analisi di alcune proposte fatte dal Centro, tra le quali un progetto di durata annuale rivolto ai bambini di una scuola dell’infanzia di Scandiano, che dimostra come portare Boiardo e, in generale i classici a scuola, non solo è possibile, ma permette di creare uno sfondo particolarmente ricco di possibilità formative, capace di coinvolgere anche i più piccoli.
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