Riassunto analitico
Ai giorni d’oggi la morte rappresenta un concetto tanto scomodo quanto inevitabile, che – simultaneamente – inquieta e affascina l’essere umano. Questa sua notorietà viaggia parallela alla sua considerevole censura nella vita quotidiana. È normale trovarsi smarriti e disorientati davanti alla morte, ma questo smarrimento rappresenta il risultato di un periodo storico in cui il cercare di nascondere ed occultare tutto ciò che concerne il morire ha caratterizzato più generazioni determinando così una latente inconsapevolezza, soprattutto nei bambini. In quest’ottica, però, cosa significa censurare la morte? A tal proposito, intorno agli anni Settanta del Novecento, nel mondo anglosassone ha preso forma una modalità educativa definita con il termine di Death Education. Essa ha lo scopo di andare oltre la censura e reinserire il concetto di morte nell’autenticità della vita, determinando nei giovani e negli adulti la capacità di comprendere sia il vivere che il morire. Questo elaborato ha l’obiettivo di passare in rassegna gli studi teorici sulla Death Education presentando, inoltre, interventi concreti negli ambiti scolastici per sottolineare l’efficacia dei metodi che vertono sulle tracce di questo approccio educativo. Nel primo capitolo vengono analizzati gli assetti teorici relativi al lutto e alla morte, a come quest’ultima venga concepita nel mondo occidentale e a come gli studi di Death Education abbiano preso piede nella società odierna. Nel secondo capitolo, dedicato all’analisi di azioni più concrete, vengono passate in rassegna le principali ricerche scientifiche attuatesi dai primi anni del ventunesimo secolo per poter giungere alla definizione di una nuova educazione alla morte, dalla quale poter prendere spunto e definire le fondamenta di percorsi scolastici ed extrascolastici. La volontà del presente lavoro di tesi è evidenziare come un’educazione alla morte, attuata soprattutto da figure adulte verso i più giovani, possa contribuire a gestire le difficoltà emozionali di entrambi gli attori rispetto a esperienze di perdita per superare la cosiddetta censura della morte.
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