Riassunto analitico
L’ictus ischemico rappresenta una delle maggiori cause di morte e di disabilità nel mondo. Questo evento acuto può complicarsi con l’insorgenza di edema maligno, aumento della PIC, morte neuronale ed erniazione cerebrale. La craniectomia decompressiva è un intervento neurochirurgico atto ad evitare l’erniazione del parenchima cerebrale verso strutture di primaria importanza, come il tronco cerebrale, rimuovendo un opercolo osseo cranico per consentire al tessuto cerebrale edematoso di fuoriuscire dalla scatola cranica. La craniectomia può portare a complicanze sia acute che tardive, alcune delle quali (soprattutto le tardive) prevenibili con il riposizionamento dell’opercolo osseo grazie ad un intervento di cranioplastica; questa è un intervento neurochirurgico finalizzato a ripristinare la continuità della teca cranica. Esiste ancora un ampio dibattito riguardo vari aspetti della cranioplastica, fra cui il timing, il materiale migliore da utilizzare e le indicazioni alla necessità di questo intervento. Questo studio osservazionale, retrospettivo mira a indagare l’outcome funzionale di 30 pazienti colpiti da ictus complicato da edema cerebrale maligno e per questo sottoposti a craniectomia seguita da cranioplastica nel periodo 2015-2020 presso l’U.O. di Neurochirurgia dell’ospedale NOCSAE di Baggiovara (MO), valutando lo stato clinico preoperatorio e confrontandolo con quello postoperatorio.
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