Riassunto analitico
La presente tesi ha lo scopo di indagare la relazione tra i neuroni specchio e l’apprendimento. In particolare vuole dimostrare l’importanza della scoperta dei neuroni specchio, e soprattutto, il modo in cui tale scoperta è stata cruciale nell’avvalorare le teorie dell’apprendimento per imitazione nella psicologia dello sviluppo e nella didattica in classe. Nel primo capitolo vengono presentati i presupposti teorici dell’apprendimento: partendo dall’analisi del comportamentismo, sono state analizzate le teorie cognitiviste e comportamentiste, delineandone i principi e gli esponenti principali. In seguito sono state esaminate le teorie classiche e moderne dell’apprendimento osservativo: oltre ad avere illustrato i principi fondamentali del comportamento imitativo secondo Dollard e Miller, è stata esplicitata la teoria sociale cognitiva di Bandura e le sue implicazioni nella didattica. Infine è stata presentata la teoria dello sviluppo cognitivo di Vygotskij, la cui attenzione è stata focalizzata sulla maturazione cognitiva del bambino e sulla Zona di Sviluppo Prossimale. Successivamente sono state presentate le moderne teorie dell’imitazione, in particolare la teoria dell’imitazione precoce, la teoria della mappatura intermodale attiva e la teoria ideomotoria. Per concludere sono state proposte alcune ricerche inerenti l’imitazione nella prima infanzia, che hanno dimostrato come i fenomeni imitativi siano fondamentali sia dai primi mesi (e minuti) di vita per sviluppare aspetti cognitivi e relazionali, come il linguaggio e l’empatia. Nel secondo capitolo è stato descritto l’esperimento che ha portato alla scoperta dei neuroni specchio. In seguito sono state spiegate le funzioni di questi neuroni, dimostrando come, attraverso l’uso di particolari tecniche di mappatura cerebrale, ad esempio la risonanza magnetica funzionale, è stato possibile osservare che queste cellule si attivano durante l’osservazione di gesti compiuti da altri individui. In questo modo è stato dimostrato che i neuroni specchio sono alla base della comprensione delle azioni altrui, cioè l’empatia, e dei comportamenti imitativi, alla base delle relazioni interpersonali. Inoltre è stato illustrato il funzionamento del sistema motorio e dei meccanismi di simulazione incarnata: il primo descrive e spiega quali sono le strutture cerebrali coinvolte nella maturazione cognitiva del soggetto, deputate all’apprendimento e alla memoria, il secondo descrive il meccanismo alla base dell’intersoggettività dell’essere umano e della capacità di riconoscere gli stati mentali dei propri simili. Infine, nel terzo capitolo viene dimostrato, attraverso alcune sperimentazioni, il modo in cui l’attivazione dei neuroni specchio influenza l’apprendimento per imitazione. Grazie ad alcune ricerche condotte sui macachi, è stato dimostrato che le cellule dei neuroni specchio scaricano, cioè si attivano, sia nel momento in cui l’animale compie l’azione osservata sia nel momento stesso in cui la osserva. Inoltre attraverso studi condotti con gli esseri umani è stato dimostrato il carattere inconscio e “automatico” dell’imitazione. Sono anche state evidenziate le diverse teorie (a favore e contrarie) alla “teoria dello specchio rotto”, che considera il malfunzionamento dei neuroni specchio come una delle possibili cause della sindrome dello spettro autistico. Infine è stato illustrato come le teorie dell’imitazione, alla luce della scoperta dei neuroni specchio, siano importanti nella rivalutazione della didattica in classe. In particolare è stata rivalutata l’importanza non solo della lezione frontale, ma soprattutto delle tecniche di modellamento e di apprendistato cognitivo, dimostrando come la presenza di un modello da imitare porti ad un insegnamento significativo.
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