Riassunto analitico
Introduzione L’infezione da HIV è una pandemia a diffusione globale. L’introduzione della terapia anti-retrovirale (ART), tuttavia, ha fortemente ridotto la mortalità ed ha modificato le cause di morbidità e mortalità: mentre in epoca pre-ART la principale causa di morte era rappresentata da infezioni opportunistiche (polmonite da pneumocystis jirovecii, tubercolosi, polmononiti batteriche) e da neoplasie AIDS-correlate (es sarcoma di Kaposi), oggi nei soggetti HIV+ prevalgono patologie croniche tipiche dei soggetti anziani. Di particolare importanza è la bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (COPD), la quale si manifesta nei soggetti HIV+ ad una età media di 20-30 anni più bassa rispetto alla popolazione non infettata dal virus ed anche nei soggetti non fumatori. La COPD è definita dalla presenza, alla spirometria, di un rapporto FEV1/FVC inferiore a 0.70; la sua gravità è invece data dal valore di FEV1, a seconda che sia maggiore dell’80% del valore predetto (stadio I), compreso tra di 50 e l’80% (stadio II), compreso tra 30 e 50 % (stadio III) o inferiore al 30% (stadio IV). Clinicamente è caratterizzata dalla presenza di tosse cronica, dispnea, produzione cronica di espettorato, frequenti esacerbazioni di bronchite, nonché da un’anamnesi positiva all’esposizione di fattori irritanti per le vie aeree, quali il fumo, inquinanti ambientali e occupazionali. Dal punto di vista morfologico la COPD è costituita da due componenti, che hanno un diverso peso nei singoli pazienti: l’enfisema e la bronchiolite respiratoria. L’enfisema è la distruzione delle pareti alveolari, che causa dilatazione degli spazi aerei distali al bronchiolo terminale; la bronchiolite è invece l’infiammazione delle piccole vie aeree, associata o meno a lieve interstiziopatia diffusa. Dagli studi svolti sulla popolazione HIV, sappiamo che molti pazienti hanno sintomatologia polmonare, riconducibile a quella della COPD, ma in assenza di diagnosi spirometrica di COPD, dunque con un rapporto FEV1/FVC maggiore di 0.70. Obiettivo dello studio Sulla base di tutte queste considerazioni, l’obiettivo del nostro studio è individuare le alterazioni TC nei pazienti HIV+ che hanno sintomi respiratori, con e senza diagnosi di COPD (rapporto FEV1/FVC inferiore a 0.70). Materiali e metodi I 189 pazienti, tutti di età superiore ai 18 anni, con diagnosi sierologia di infezione da HIV-1 e almeno sei mesi di terapia anti-retrovirale, sono stati studiati mediante la raccolta di dati demografici, storia clinica, valutazione antropometrica, esami di laboratorio, test di funzionalità respiratoria, TC del torace e St. George Respiratory Questionnaire (SGRQ). Risultati Oltre il 60% dei soggetti del nostro studio erano fumatori, con un pack year medio di 17.84, inoltre il 19% aveva dichiarato una storia di abuso di droghe per via endovenosa. Dividendo la popolazione in quartili del punteggio della sezione Sintomi del SGRQ, abbiamo osservato una correlazione tra gravità dei sintomi respiratori (che corrispondono a un punteggio più alto) e pack year (p<0.001), uso di droghe endovenose (p=0.02) e presenza di COPD (p=0.028). Tuttavia, solo 14 pazienti su 189 avevano diagnosi di COPD, nonostante i pazienti sintomatici fossero 112: quasi il 90% dei pazienti sintomatici, infatti, non hanno ricevuto una diagnosi funzionale di COPD. Le alterazioni radiologiche sono state riscontrate anche nei pazienti asintomatici, e la variabile che correla con la presenza di enfisema è l’attività tabagica. Conclusioni Abbiamo osservato la presenza di enfisema anche nei pazienti che presentano sintomatologia respiratoria tipica della COPD ma in assenza di diagnosi spirometrica di COPD: ciò significa che la spirometria è una metodica poco sensibile nella diagnosi di patologia del parenchima polmonare e delle vie aeree nei soggetti HIV+. Appare più sensibile la TC, che rileva le alterazioni strutturali anche in assenza di alterazione funzionale.
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