Riassunto analitico
Questa tesi si propone di correlare lo studio del paradigma della democrazia costituzionale al nuovo background filosofico-giuridico rappresentato dal neocostituzionalismo, altresì adottando un punto di vista che tenga in considerazione i rapporti tra questo e la proposta correttiva del garantismo di Luigi Ferrajoli. In particolare, si tenta di dimostrare l’insufficienza di un approccio meramente formale alla democrazia, recuperandone la dimensione sostanziale come imprescindibile ai fini di tutela dei valori espressi in Costituzione. A partire da ciò, inoltre, si traggono conclusioni inerenti il sistema democratico-rappresentativo e, più specificamente, la democrazia parlamentare, focalizzando l’attenzione sul tema della rappresentanza politica, nonché adottando una posizione peculiare favorevole al divieto di mandato imperativo (art. 67 Cost. italiana), che sia tuttavia in grado di tenere conto della proposta di Nadia Urbinati di considerare l’attività rappresentativa come advocacy. Grazie all’adozione di una tale prospettiva, si affrontano temi quali la giuridicizzazione della politica, la possibilità di sottoposizione dei regolamenti parlamentari al giudizio di costituzionalità, il mandato imperativo di partito (con le conseguenti implicazioni in tema di libertà dell’attività di rappresentativa), la collegialità e la pubblicità; se ne vagliano, in particolare, i profili di criticità e di aderenza con il paradigma della democrazia costituzionale, che erge la carta fondamentale a pilastro dell’ordinamento giuridico e le assegna un ruolo preponderante e profondamente pervasivo. Tra le idee che emergono nella trattazione, un ruolo-chiave è assunto dall’approccio discorsivo alla democrazia, il quale identifica in quest’ultima una forma di governo fondata sulla libera discussione ed opinione, rigettando il paradigma della volontà assolutistica come perno della decisione democratica.
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Abstract
This thesis chases the aim to bound the constitutional democracy model together with the new legal philosophical background of Neoconstitutionalism, also adopting an approach that takes into consideration the comparison between this and the corrective proposal of Luigi Ferrajoli’s Garantism.
In particular, the attempt is to demonstrate the insufficiency of an exclusively formal method to democracy, recuperating its substantial dimension as an unavoidable one in order to safeguard constitutional values.
Moving forward from there, moreover, conclusions concerning representative-democratic systems and specifically parliamentary democracy are lead, focusing on political representation topic, as well as opting for a peculiar position favourable to binding mandate prohibition (according to art. 67 of the Italian Constitution), that could anyway be taking into equal consideration Nadia Urbinati’s proposal to consider the representative activity as advocacy.
Thanks to the acceptance of such a perspective, topics such as legalization of politics, the possibility to submit Parliament Rules to the constitutional judicial review, party binding mandates (with their own consequences concerning freedom of the representative activity), collegiality and publicity are analyzed. Moreover, those topics are sift through criticality profiles, as well as to their harmony with the constitutional democracy model, which looks at the Constitution as an essential mainstay of the law system and appoints it a prevalent and deeply pervasive role.
Among the ideas of this thesis, a key-role is run by the deliberative democracy method, which identifies in it a form of government founded on free discussion and opinion, rejecting the absolutistic will model as a keystone of democratic decision.
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