Riassunto analitico
INTRIDUZIONE: L’emorragia ostetrica è la principale causa di morte materna in tutto il mondo. Con questo studio ci proponiamo di valutare in modo retrospettivo l’efficacia e la sicurezza dell’assistenza radiologico-interventistica al parto cesareo mediante blocco di flusso arterioso uterino ed eventuale embolizzazione arteriosa pelvica superselettiva temporanea, in pazienti affette da anomalie placentari a rischio di accretismo. METODI: Nel periodo di osservazione menzionato sono state valutate e trattate 25 donne gravide, individuate allo screening ostetrico ed ecografico ginecologico come portatrici di anomalie dell’impianto placentare, di età compresa tra 23,5 e 41,1 anni (media: 34,8 ± 5,3). L’età gestazionale media al cesareo è stata di 34,04 ± 2,7 settimane (range: 28-38), ovvero di 240,5 ± 19,1 giorni di gestazione (range: 197-271). Otto pazienti erano nullipare, di cui sette primigravide. Il numero medio di gravidanze per paziente era di 3,24 ± 2,2 (range: 1-11) e presentavano una parità media di 1,44 ± 1,7 (range: 0-8). Il numero medio di parti vaginali precedenti era 0,64 ± 1,4 (range: 0-6). Dodici pazienti avevano avuto precedenti parti cesarei, per una media a paziente di 0,76 ± 0,9 (range: 0-3) e undici pazienti avevano subito revisioni della cavità uterina, per una media di 0,68 ± 0,9 (range:0-2); in totale 16/25 pazienti (64%) avevano avuto precedenti interventi chirurgici uterini, per una media di 1,44 ± 1,4 interventi a paziente (range: 0-4), in particolare tre pazienti erano state trattate per miomectomie uterine e due pazienti erano state operate endoscopicamente per utero setto. RISULATI: Le 25 pazienti valutate nel periodo di riferimento sono state retrospettivamente suddivise a seconda della modalità di parto cesareo eseguito: - 19 pazienti sono state trattate mediante assistenza radiologica interventistica al cesareo, in regime di elezione; - 6 pazienti sono state cesarizzate in regime di urgenza per insorgenza di complicanze, in assenza di assistenza radiologica interventistica. Tale suddivisione, nonostante la differente numerosità dei due gruppi di pazienti, ha permesso di valutare preliminarmente i dati ottenuti in merito ad outcomes clinici predefiniti, scelti come indicatori dell’efficacia dell’assistenza radiologica interventistica nel ridurre le perdite ematiche e la necessità di isterectomia, oltre a diminuire la durata dell’ospedalizzazione e delle possibili complicanze che ne derivano. Tali outcomes sono stati definiti come: Outcomes Primari 1) riduzione delle perdite ematiche al cesareo (ml); 2) riduzione del volume di sangue trasfuso (ml); 3) riduzione dell’anemizzazione in seguito al cesareo (g/dl); 4) riduzione del tasso di isterectomia. Outcomes Secondari 1) durata dell’intervento chirurgico di parto cesareo (min); 2) durata del ricovero in terapia intensiva post-operatoria (gg); 3) durata dell’ospedalizzazione totale (gg).
CONCLUSIONI: l’assistenza al parto cesareo mediante occlusione arteriosa temporanea ed eventuale embolizzazione uterina, si é dimostrata una procedura tecnicamente efficace e sicura, capace di ridurre il tasso di isterectomie e diminuire la durata media dell’ospedalizzazione di donne affette da anomalie dell’impianto placentare in gravidanza.
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