Riassunto analitico
Il ferro è un elemento essenziale per molte funzioni biologiche, tra cui il trasporto dell’ossigeno, la respirazione mitocondriale e l’energetica cellulare, la biosintesi del DNA ed, i meccanismi di difesa dell’ospite e la segnalazione cellulare. La sideropenia e l’anemia sideropenica sono due condizioni cliniche molto frequenti in tutto il mondo e rappresentano una delle cinque principali cause di disabilità. Diversi studi hanno dimostrato che la carenza di ferro è una delle comorbidità a maggior prevalenza e con effetti prognostici negativi nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica e BPCO. Queste analisi, tuttavia, sono state condotte su popolazioni di pazienti che non sono rappresentativi dei soggetti ricoverati nei reparti di Medicina Interna, i quali presentano età più avanzata, maggiori comorbidità e polifarmacoterapia. Lo scopo di questa tesi è quello di valutare la prevalenza e identificare l’impatto clinico e prognostico della carenza di ferro, anche indipendentemente dall’anemia, nei pazienti ricoverati nei reparti di Medicina Interna per insufficienza cardiaca acuta o cronica riacutizzatata e per BPCO di nuova diagnosi o riacutizzata. A questo scopo, sono stati analizzati i dati dei pazienti arruolati presso la Medicina Interna dell’AOU di Modena-Policlinico che è promotrice e coordinatrice di uno studio (studio SIMID) che si pone questo obiettivo su scala nazionale. L’obiettivo secondario dello studio è la classificazione dei pazienti con sideropenia rispetto a marcatori biochimici standard e sperimentali (epcidina e recettore solubile della transferrina) dell’assetto marziale. Nel nostro studio è stata rilevata una prevalenza di anemia pari a 55.4%, di cui il 66.4% dei casi è attribuibile alla carenza di ferro, e una prevalenza di sideropenia, indipendentemente dalla presenza di anemia, pari al 73.3%. È emersa la presenza di correlazione tra sideropenia con o senza concomitante anemia e peggioramento generale degli esiti clinico-prognostici dei soggetti arruolati nello studio, suggerendo di ricercare attivamente nei pazienti ricoverati per insufficienza cardiaca e/o BPCO riacutizzate la presenza di sideropenia, oltre che di anemia, al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti e la capacità di recupero a seguito di un evento patologico acuto. Inoltre, i dati del presente lavoro suggeriscono che i marcatori sperimentali epcidina e sTfR potrebbero fornire informazioni cliniche e prognostiche utili ai fini di individuare una sottopopolazione di pazienti che possa beneficiare di supplementazione marziale prima della dimissione.
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