Riassunto analitico
Esistono diverse ipotesi che tentano di spiegare quali siano i principali fattori di controllo che regolano la crescita dello scheletro degli esacoralli. Nel modello biologico, il pattern microstrutturale è strettamente connesso all'attività fisiologica, geneticamente controllata, delle cellule che producono gli elementi scheletrici. Al contrario, altre ipotesi "fisico-chimiche" sostengono che la calcificazione dei coralli sia sotto forte controllo ambientale.
In questa tesi sono stati esaminati esemplari fossili appartenenti a generi di coralli tuttora viventi, caratterizzati da distinti pattern microstrutturali e da un esteso record stratigrafico durante il Cenozoico. In particolare, sono stati presi in considerazione elementi microstrutturali riconoscibili nello scheletro di esemplari sia attuali che fossili appartenenti ai seguenti sette generi Astreopora, Favites, Goniopora, Porites, Siderastraea, Stylophora e Turbinaria. Gli esemplari fossili, in ottime condizioni di preservazione, appartengono a collezioni provenienti per di più da località oligoceniche dell’Aquitania (Francia), mentre quelli attuali provengono da diversi luoghi, tra cui l’isola di Mayotte, il Mar Rosso, la costa meridionale dello Yemen, Nuova Caledonia e il Mar dei Coralli. I campioni sono stati osservati ed analizzati a diverse scale e con strumenti differenti: stereo microscopio, microscopio ottico, microscopio elettronico a scansione (SEM), micro-tomografia a raggi X o micro CT SCAN, spettroscopia Raman. Gli elementi microstrutturali oggetto del confronto, osservabili negli esemplari moderni e fossili, comprendono le regioni in cui la crescita scheletrica è più rapida, i CRA (“center of rapid accretion”) con relativi depositi (dCRA), e le regioni in cui la formazione dello scheletro è caratterizzata da TDs (“thickening deposits”), ovvero depositi costituiti da fibre allungate e con una struttura compatta. I CRA possono essere tra loro separati o formare una zona più o meno continua che prende il nome di RAF (“front of rapid accretion”) in relazione alla quale si formano i dRAF (“deposits of rapid accretion front”). Il riconoscimento delle microstrutture e delle loro caratteristiche negli esemplari esaminati ha messo in evidenza le diverse modalità con cui questi si sviluppano in generi differenti, mentre il confronto tra i medesimi generi di coralli attuali e fossili ha permesso di riscontrare pattern microstrutturali molto simili tra loro, senza drammatiche variazioni. Questo risultato, considerando gli innumerevoli cambiamenti ambientali che si sono verificati nel corso del Cenozoico, sostiene un modello di crescita microstrutturale che riflette un’attività fisiologica di cellule produttrici di scheletri geneticamente controllata.
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