Riassunto analitico
Scopo: Fino a poco tempo fa le cure palliative venivano identificate nel contesto esclusivo oncologico. Nel tempo ci si è resi conto che altre persone necessitano di questo approccio, primi fra tutti i pazienti anziani affetti da patologie terminali anche non oncologiche. Lo studio pone a confronto due popolazioni di pazienti con diagnosi di malattia terminale, ricoverati in ospedale in reparti di degenza di cure palliative: uno ad indirizzo oncologico (Hospice/ Terapie Palliative), l’altro internistico geriatrico (Nucleo di Cure Palliative Geriatriche, N.C.P.G.), nel periodo di un anno (2016). Per valutare l’equità dell’approccio, si sono studiate analogie e differenze dei due metodi ponendoli a confronto con le indicazioni presenti nella letteratura scientifica. Metodo: è uno studio retrospettivo multicentrico basato sulla compilazione di un database includente 156 pazienti provenienti dal N.C.P.G. e 194 pazienti provenienti dal Hospice oncologico. Di ognuno sono stati registrati dati anagrafici, dati relativi al ricovero in ospedale e nel reparto C.P. , valutazione delle comorbidità (Indice di Charlson), terapia farmacologica e di supporto all’ingresso e nel percorso di cure palliative, valutazione dei sintomi (scala Edmonton symptom assessment scale ), presidi alla dimissione e compilazione delle Dichiarazioni anticipate di trattamento . L’analisi statistica dei dati è stata condotta con SPSS 25.0 software (SPSS, Inc, Chicago, IL)
Risultati: Dall’analisi dei dati è emerso che i pazienti del N.C.P.G. (83±8,5 anni, 52.6% donne) erano maggiormente affetti dalle seguenti malattie in fase terminale: 30.8% ictus, 19.2% demenza, 18.6% neoplasia. Nel gruppo di pazienti ricoverati in Hospice (73.0±11.5 anni, 41.8% donne) la causa di terminalità era unicamente la neoplasia, spesso in stadio avanzato. La presenza di comorbidità è diffusa in entrambe le popolazioni: nei pazienti dell’Hospice la neoplasia solida incrementa l’indice di Charlson (6.6±2.3), più alto di quello dei pazienti in N.C.P.G. In entrambi i casi si è assistito al deprescribing farmacologico per la terapia non sintomatica, è stato incrementato invece l’impiego dei farmaci analgesici (oppioidi forti), antiemetici, steroidi, benzodiazepine, idratazione artificiale ed ossigenoterapia. Rispetto alle cure tradizionali le procedure diagnostico-terapeutiche erano significativamente meno numerose. L’intervento di un team multiprofessionale ha consentito un intervento non farmacologico. Nucleo di C.P.G. e Hospice hanno adottato un simile approccio di “care”, ispirato alle linee guida di palliative care. Conclusione: Dal confronto emerge l’efficacia delle cure proposte dal team di C.P.G., che, nato recentemente, si è allineato negli interventi terapeutici al Hospice, esistente da più tempo, e soprattutto alle linee guida di palliative care. Il costante aumento della popolazione, anziana e non, affetta da patologie croniche terminali non oncologiche (come delinea il Piano Nazionale della Cronicità del 2016 ) conferma la necessità di continuare ad investire sull’operato del N.C.P.G per assicurare cura e una buona qualità della vita ai pazienti.
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