Riassunto analitico
INTRODUZIONE. La litiasi renale è una patologia multifattoriale in cui alcuni cristalli precipitano nell'urina formando calcoli renali. Interessa soprattutto la fascia d’età fra i 30 e i 60 anni ed è un problema globale con importanti risvolti economico-sanitari. La maggior parte dei calcoli (80%), classificati secondo la loro composizione, è costituita da sali di calcio, soprattutto ossalato e fosfato di calcio. Il principale fattore di rischio per la nefrolitiasi calcio ossalica è l'iperossaluria, stato caratterizzato da un'eccessiva ossaluria, distinguibile in due tipi: primaria e secondaria. La prima è dovuta a disordini genetici, la seconda è causata da un aumentato assorbimento di ossalato a livello intestinale. Le ultime ricerche si sono rivolte al microbiota intestinale, per trovare nuovi trattamenti di prevenzione. La popolazione microbica intestinale comprende una classe di batteri ossalolitici in grado di degradare l'ossalato alimentare, riducendone l'assorbimento e successivamente l'ossalemia e l'ossaluria. La quantità di questi batteri nell'intestino umano varia molto a seconda di diversi fattori come parto, età, dieta, area geografica, farmaci (antibiotici) e stress. Nei formatori abituali di calcoli renali di ossalato di calcio e nei pazienti affetti da iperossaluria, le colonie di batteri ossalolitici sono spesso presenti in numero ridotto. SCOPO DELLO STUDIO. Scopo dello studio è stato osservare l'effetto additivo di un integratore alimentare, composto da 5 Lattobacilli ossalolitici specifici, nel ridurre l'escrezione di ossalato urinario in pazienti con iperossaluria secondaria e nefrolitiasi calcio ossalica ricorrente, già sottoposti a profilassi convenzionale. METODI. Dopo l'approvazione del protocollo di studio da parte del Comitato Etico, sono stati arruolati dieci pazienti con iperossaluria secondaria e litiasi calcio ossalica ricorrente, già sottoposti a profilassi convenzionale e dieta standard con contenuto controllato di sodio, calcio, ossalato, proteine, magnesio e citrato. È stata somministrata una miscela di batteri ossalolitici (Lactobacillus acidophilus LA14, LaNCFM, L.plantarum PBS067, Bifidobacterium longum PBS078, B.breve PBS077) in una formulazione non incapsulata (Yoxa®), che permette una maggiore vitalità ai germi. Dosi: 2,6g bis in die per 14 giorni, poi 2,6g al giorno per 14 giorni e infine 2,6g alla settimana per 8 settimane. All'inizio, alla 4° e alla 12° settimana abbiamo misurato nell'urina: pH, Ossalato, Ca, PO4, Na, K, Cl, Mg, ac.Urico, citrati e la sovrasaturazione urinaria relativa di calcio ossalato, fosfato di calcio e acido urico. RISULTATI. L'integrazione dei batteri ossalolitici nei pazienti con iperossaluria secondaria ha ridotto l’ossaluria (-50.5%), la fosfaturia (-20.5%), la sovrasaturazione urinaria di calcio ossalato (-46.1%) e acido urico (-42.8%) oltre ad una leggera diminuzione della sodiuria (-2.1%), un aumento del pH urinario (+16.6%) ed una riduzione della calciuria (-8.4%). Non sono state osservate variazioni importanti dell'escrezione urinaria di citrato e magnesio. DISCUSSIONE. La diminuzione di ossaluria e calciuria può contribuire alla riduzione della sovrasaturazione dell'ossalato di calcio nelle urine, mentre l'aumento del pH riduce quella dell'acido urico. Altri meccanismi potrebbero modulare i processi di assorbimento intestinale mediati dalle IL4 e 10, prodotte dai germi somministrati. CONCLUSIONI. La colonizzazione intestinale con batteri ossalolitici potrebbe essere utile per ridurre l’iperossaluria e prevenire la litiasi ricorrente. Un dosaggio maggiore nella fase di mantenimento potrebbe consentire un ulteriore miglioramento dei parametri, fino al ritorno agli intervalli desiderabili (ossalato urinario <35mg/die, sovrasaturazione ossalato di calcio <6).
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Abstract
BACKGROUND. Nephrolithiasis is a multifactorial pathological state in which crystals precipitation from the urine forms kidney stones. It is a common disease, mainly affecting individuals between 30 and 60 years of age and it is a global problem, with important health and economic backgrounds. The majority of kidney stones (80%), which are classified on their composition, are formed of calcium salts, specially calcium oxalate and phosphate. The main risk factor for calcium oxalate nephrolithiasis is hyperoxaluria, a state characterized by an excessive urinary excretion of oxalate, classifiable in two types: primary and secondary. The first one is due to genetic disorders, the second one results from an increased intestinal oxalate absorption. Research in the field has recently turned to the intestinal microbiota in order to find new prevention treatments. Gut microbial population includes a class of bacteria known as oxalotrophs, able to degrade the dietary oxalate reducing its absorption and consequently oxalemia and oxaluria. The proportion of oxalotrophs bacteria in the human intestine is very various, depending on several factors such as type of birth, aging, diet, geography, medications (antibiotics), and stress. Frequently, colonies of oxalotrophs bacteria have been found in a low number in recurrent calcium oxalate kidney stone formers and in patients affected by enteric hyperoxaluria.
AIM OF THE STUDY. The aim of this study was to observe the additional effect in reducing urinary oxalate excretion of a probiotic dietary supplementation of 5 specific oxalate degrading Lactobacilli in patients with secondary hyperoxaluria and recurrent calcium oxalate nephrolithiasis, which were already under conventional prophylaxis.
METHODS. After approval of the study protocol by the Ethics Committee, ten patients with secondary hyperoxaluria and recurrent calcium oxalate lithiasis were enrolled, already under conventional prophylaxis and standard diet with controlled content of sodium, calcium, oxalate, protein, magnesium and citrate. The subjects were given a mixture of oxalotrophs bacteria (Lactobacillus acidophilus LA14, LaNCFM, L.plantarum PBS067, Bifidobacterium longum PBS078, B.breve PBS077) in a non-encapsulated formulation (Yoxa®), guaranteeing greater germ vitality. Doses: 2.6 g bis a day for 14 days, then 2.6 g a day for 14 days, then 2.6 g a week for 8 weeks. At the beginning, at 4 and at 12 weeks, we measured on the urine: pH, Ox, Ca, PO4, Na, K, Cl, Mg, ac.Uric, citrates, and relative urinary supersaturation of calcium oxalate, calcium phosphate and urate.
RESULTS. The integration of oxalotrophs bacteria in patients with secondary hyperoxaluria reduced the urinary excretion of oxalate (-50.5%), phosphate (-20.5%), and the supersaturation of calcium oxalate (-46.1%) and uric acid (-42.8%). The excretion of natrium showed a slight decrease too (-2.1%) and an increment of urinary pH (+16.6%). The decrease of urinary oxalate is not associated with an increase in calciuria, which is reduced too (-8.4%). No substantial variations of urinary excretion of citrate and magnesium were observed.
DISCUSSION. The decrease in oxaluria and calciuria can contribute to the reduction of calcium oxalate supersaturation of urine, while the increase in pH reduces the supersaturation of uric acid. Other mechanisms could modulate the processes of intestinal absorption mediated by IL 4 and 10, produced by administered germs.
CONCLUSIONS. Intestinal colonization with oxalotrophs bacteria may be helpful for prevention of hyperoxaluria and recurrent lithiasis. A higher dosage in the maintenance phase could allow a further improvement of the parameters, up to their return to the desirable ranges (urinary oxalate <35 mg/day; calcium oxalate supersaturation <6).
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