Riassunto analitico
La progressiva erosione della sovranità nazionale, veicolata attraverso le diverse forme di cooperazione economica e giuridica a livello internazionale, incontra resistenze di carattere ideologico, prima che giuridico, nella volontà dei singoli Stati di autodeterminarsi in ordine allo regolamentazione giuridica dell’illecito. Il diritto punitivo persevera in percorsi di sviluppo squisitamente nazionali. Il fenomeno mal si concilia con una esigenza, condivisibile, di uniformazione delle tutele su scala sovranazionale. In tempi recenti, la giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha rilanciato il dibattito sulla portata estensiva ed intensiva del principio del ne bis in idem, adottando una nozione sostanzialistica della nozione di materia penale idonea a trascendere le categorie giuridiche nazionali, in nome di un principio egualitario nella applicazione della sanzione; in ciò, alimentando il dibattito scientifico sulla legittimità dei sistemi punitivi nazionali articolati sul concorso di sanzioni penali e amministrative in astratto irrogabili a fronte della commissione di un medesimo illecito giuridico. L’elaborato tenta di risolvere il trade off sotteso al concorso tra sistemi sanzionatori, riducibile al confronto tra tradizione giuridica e principio di evoluzione (formalizzazione astratta del rapporto tra certezza del diritto e giustizia sostanziale), attraverso una riflessione critica dei singoli punti logici seguiti dalla Corte Europea nelle sentenze sul principio del ne bis in idem. Di là da preoccupanti scenari di doppia impunità, il travalicamento delle categorie interne predicato dalla Corte Europea determina una eterogenesi dei fini: l’effetto preclusivo connesso alla definitività di un provvedimento giudiziale, apprezzato in meri termini temporali e a prescindere dalla ratio decidendi su cui si fonda l’accertamento pretorio, determina, a fronte di una eguaglianza formale del sistema CEDU complessivamente considerato, una diseguaglianza sostanziale, eziologicamente connessa alla diversa efficienza dei singoli Uffici giudiziari. Premessa una discussione critica sulla riconducibilità, operata dalla Corte Europea, del principio del ne bis in idem alla sola materia penale, si isolano alcune tematiche fondamentali, qui sinteticamente formulate in forma interrogativa e nel testo svolte con approccio metodologico unitario: i) qual è il fondamento logico da utilizzare per la definizione dell’idem? Occorre assumere come parametro la classificazione legale dell’illecito oppure la medesimezza fattuale della fattispecie (idem legale vs idem factum)? ii) il requisito soggettivo del principio in esame ricorre anche nelle forme di dissociazione formale tra autore dell’illecito e soggetto passivo di imposta nel cui interesse l’illecito è stato compiuto? iii) che cosa si intende per giudizio definitivo, condizione di operatività della preclusione del ne bis in idem? Come si pone, rispetto alla garanzia convenzionale, la possibile definizione stragiudiziale della sanzione amministrativa? iv) come deve essere interpretato l’overruling pretorio realizzatosi nella formulazione del close connection test? v) il principio del ne bis in idem opera a livello sostanziale, oppure anche a livello processuale? vi) il principio ha portata esclusivamente domestica oppure anche internazionale? Previa dimostrazione della divergenza concettuale tra accezione interna ed accezione convenzionale del ne bis in idem, la dissertazione dimostra la infondatezza della tesi che ritiene lesivo del principio in esame il sistema interno di reazione all’illecito tributario.
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Abstract
The International Community is going through an economic and legal integration, which is producing a progressive erosion of national sovereignty. However, it meets with strong ideological, before juridical, resistances in the will of individual States to self-determine with regard to the legal regulation of the offence. The punitive law persists in a purery national development approach.
The phenomenon cannot be reconcilied with the need to standardize human rights protection at international level. Recently, the European Court of Human Rights case law has relaunched the discussion on the ne bis in idem principle, adopting a substantial approach in defining the notion of criminal charge: that notion is able to exceed national legal categories, in the name of an egalitarian principle in punitive systems.
The dissertation attempts to resolve the trade-off subtended to the relations between the punitivite criminal tax system and the administrative system of punishment. It is reducible to the comparison between legal tradition and the principle of evolution (abstract formalization of the relationship between legal certainty and susbstancial justice). The thesis deals with the critical analysis of the logical points followed by the European Court in its case law on the ne bis in idem principle.
The European Court decides to go beyond internal categories; but this approach determines a heterogenesis: the preclusive effect connected with the definitive character of a final judgement, considered in a purely temporal perspective and regardless of its ratio decidendi, causes, in spite of a formal equality of the European Convention of Human Rights’ system, a substantial inequality, aetiologically connected with the different efficiency of each internal Court.
Firstly, the paper develops a critical discussion on the relevance, affirmed by the European Court, of the ne bis in idem principel only into the criminal matters. Afterwards, the dissertation focuses on some fundamental topics connected with the principle, here synthetically formulated: i) what do we consider to be the basis for the definition of the idem? Is it the legal classification of the offence, or the idem factum? ii) How do we configure the subjective requirement of the principle in case of formal dissociation between the offender and the one who shows the ability to pay in whose interest the offence has been committed? iii) What is the meaning of final judgement, which influences the functioning of the ne bis in idem principle? How does the possible extrajudicial settlement of an administrative penalty work with reference to the conventional principle? iv) How should the European Court overruling in the formalization of the close connection test be interpreted? v) Does the ne bis in idem principle work at a substantive level or at a procedural level? vi) Does the ne bis in idem principle work in a purely national or even in an international perspective?
The dissertation aims at demonstrating both the conceptual divergence between internal and conventional meaning of the ne bis in idem principle, and the groundlessness of the thesis which considers the national system of reaction to the tax offence to be harmful to the ne bis in idem principle.
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