Riassunto analitico
Oggetto dell'indagine è un particolare profilo della concorrenza, ossia la concorrenza sleale, disciplinata, nel nostro ordinamento giuridico, dall'art. 2598 c.c. A tal fine, l'elaborato è suddiviso in tre capitoli: il primo di essi ha carattere introduttivo, in quanto esamina la genesi della concorrenza sleale dal punto di vista storico, il suo progressivo imporsi come "problema" al cospetto dei diversi legislatori nazionali, fino ad arrivare alla regolamentazione dei giorni nostri, con particolare riguardo al diritto comunitario. Il secondo capitolo esamina nello specifico e nel dettaglio la disciplina dettata dall'art. 2598 c.c., corredando la disamina con i preziosi orientamenti della giurisprudenza oltre ai contributi della dottrina. In particolare, sono state esaminate le tre diverse fattispecie previste dal codice civile: Gli atti confusori dell'art. 2598, n. 1, c.c., la denigrazione e l'appropriazione dei pregi altrui di cui all'art. 2598, n. 2, c.c.), e infine gli atti non conformi ai principi della correttezza professionale previsti dall'art. 2598, n. 3, c.c. Il terzo ed ultimo capitolo, infine, presta attenzione ad un particolare profilo della concorrenza sleale, quello ormai sempre più diffuso nella prassi imprenditoriale della vendita sottocosto. Come è noto, infatti, si tratta di una tecnica di vendita cui le aziende fanno sovente ricorso, e che il legislatore ha regolamentato. La vendita sottocosto, come si vedrà, non è vietata in sé, ma solo in quanto configura un comportamento idoneo ad ostacolare una libera concorrenza tra gli imprenditori. La giurisprudenza, in proposito, è passato da una concezione soggettiva, che richiedeva la necessità di verificare l'intenzione dell'imprenditore per configurare il comportamento illecito, ad una oggettiva, che invece tiene conto unicamente della effettiva lesione della concorrenza.
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