Riassunto analitico
Lavandula è un genere che appartiene all’ordine Lamiales, famiglia delle Lamiaceae, e che conta circa 39 specie. Le tre specie che rivestono una notevole importanza commerciale sono Lavandula angustifolia Mill., Lavandula latifolia Medik., e Lavandula x intermedia Emeric ex Loisel. Volgarmente tutte queste specie sono chiamate genericamente “lavanda” o con il termine toscano spigo; gli ibridi sono denominati “lavandini”. La lavanda vanta numerose proprietà terapeutiche proprio perché le sommità fiorite, di un bel colore azzurro-grigio tendente al violaceo a seconda della specie e che rappresentano la droga di questa pianta, possono essere utilizzate in campo fitoterapico per la formulazione di prodotti ad attività stomatiche, antisettiche, spasmolitiche, antireumatiche o sedative, cosmetico e dei prodotti per l’igiene. Proprio per queste molteplici applicazioni, la lavanda viene utilizzata anche per estrarne l’olio essenziale ottenuto mediante la tecnica della distillazione in corrente di vapore. Gli oli essenziali in generale sono costituiti da un ampio numero di molecole, i terpenoidi, che conferiscono loro diverse proprietà. Nello specifico l’olio essenziale di Lavandula angustifolia è ideale per quelle situazioni di stress, angoscia e ansia che possono sfociare anche in disturbi digestivi e tensioni muscolari ed è anche un potente antiinfiammatorio; quello di Lavandula latifolia, anche se meno conosciuto, gode di notevoli proprietà espettoranti, antiinfiammatorie e cicatrizzanti; infine quello di Lavandula x intermedia è molto utilizzato nell’industria profumiera e cosmetica per le sue spiccate proprietà dermoattive. L’obiettivo di questo progetto di tesi sperimentale di laurea in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche è stato quello di controllare la qualità degli oli essenziali di Lavandula spp, prodotti nella fascia collinare-montuosa dell’Appennino Modenese e Bolognese, gentilmente forniti dall’Istituto Tecnico per l’Agricoltura “Lazzaro Spallanzani” sede di Montombraro di Zocca. L’attività di ricerca ha permesso di definire, attraverso l’analisi Gascromatografica accoppiata al rivelatore FID, il profilo fitochimico dei differenti oli essenziali e di quantificare i vari componenti presenti. I risultati così ottenuti sono stati confrontati con quelli riportati in Farmacopea Europea 9^ ed., descritti in altri riferimenti ufficiali e con i dati di letteratura. Questo ha anche permesso di evidenziare quelle profonde differenze tra le diverse specie in termini di contenuto di alcune componenti comuni a tutte. Per esempio la lavanda vera si riconosce dai lavandini perché questi hanno più alto contenuto in canfora e 1,8-cineolo. Infine è stato affrontato uno studio chemiometrico attraverso l’analisi delle componenti principali che ha permesso di mettere in evidenza come prendendo in considerazione un numero elevato di campioni, si possono ottenere risultati totalmente diversi fra di loro; questo è in parte dovuto a fattori intrinseci legati alla specie, ma anche da fattori estrinseci quali tecnica di coltivazione adottata, condizioni pedoclimatiche (dati però non forniti) e sito di raccolta, unico riferimento a disposizione.
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