Riassunto analitico
Il fenomeno dei Nuovi Movimenti Religiosi caratterizza indiscutibilmente la società di oggi. Fra questi, grande fortuna ha avuto il satanismo, il classico esempio di setta religiosa distruttiva. Il culto del Diavolo, infatti, che si caratterizza per rituali macabri, sacrifici umani e/o animali e sesso selvaggio, si è pericolosamente diffuso negli ultimi tempi, e questo a causa della società post-moderna, la cui configurazione ha permesso la nascita e la facile proliferazione di tutte quelle forme religiose che promettono ai propri seguaci il raggiungimento del benessere e della massima felicità. In ogni caso, è estremamente complicato, anzi, praticamente impossibile, stabilire con certezza quanto sia effettivamente esteso il fenomeno e questo per il semplice fatto che il satanismo si configura come un culto che impone ai suoi seguaci il massimo segreto: in altre parole, il gruppo satanico diviene noto solo nel momento in cui si rende artefice di qualche atto illecito. Due, in sintesi, sono gli aspetti preoccupanti. Prima di tutto, la diffusione del fenomeno in questione fra i giovani adolescenti, i quali vedono in questo tipo di ritualità una valvola di sfogo per tutte le loro frustrazioni e per appagare appieno il senso di ribellione che attanaglia questa fase di vita. In secondo luogo, la manipolazione mentale che viene esercitata sugli adepti. Nei culti distruttivi, infatti, il leader ha l’obiettivo di modificare tutti i valori presenti all’interno dell’individuo attraverso un cambiamento radicale del contesto ambientale in cui questo si trova. Ma come avviene questo cambiamento ambientale? Esistono varie tecniche di manipolazione nell’ambito dei culti distruttivi, ma ciò che contraddistingue il lavaggio del cervello effettuato nell’ambito di una setta satanica da quello praticato dalle altre realtà religiose è che, mentre nei culti distruttivi si configura come una tecnica atta a mantenere il potere del capo del gruppo, nei movimenti in analisi il controllo mentale diviene un vero e proprio procedimento psicologico esercitato attraverso fasi ben precise che portano alla rimozione della vecchia identità. E' proprio questo meccanismo psicologico che è stato sanzionato penalmente con l’art. 603 c.p., abrogato nel 1981 per illegittimità costituzionale. È solo recentemente, comunque, che, dopo il succedersi di diverse correnti dottrinali favorevoli alla formulazione di una nuova incriminazione e alla luce dei principi di tassatività e di frammentarietà che governano il diritto penale, si è giunti alla conclusione secondo cui la tipizzazione di una fattispecie particolare che prenda il posto dell’abrogato art. 603 c.p. non è possibile, in quanto la scienza psichiatrica non è ancora in grado di fornire una concettualizzazione precisa e sicura del fenomeno in questione. Per questo motivo, dunque, la manipolazione mentale è penalmente sanzionabile attraverso l’applicazione delle fattispecie tipizzate dal legislatore, che comunque si rivelano dei validi alleati contro la lotta al controllo mentale.
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