Riassunto analitico
Lo scopo di questa tesi è osservare il modo in cui l’identità dell’autore viene costruita all’interno del testo nel linguaggio accademico medico in italiano e in inglese. Gli accademici hanno a disposizione vari mezzi linguistici e retorici per negoziare la propria identità all’interno del testo. Questo studio si concentra in particolare sull’impiego delle forme pronominali per riferirsi all’autore e sugli ausiliari modali in funzione epistemica all’interno degli articoli di ricerca medica italiani e inglesi. Si tratta infatti di elementi che permettono all’autore di proiettare la propria identità retorica nel testo. Si è scelto come genere l’articolo di ricerca perché costituisce ancora il principale mezzo di trasmissione del sapere accademico, permettendo quindi agli studiosi di acquisire autorità nel proprio ambito di ricerca. Per poter svolgere l’analisi interculturale, sono stati costruiti due corpora confrontabili, per un totale di 188708 parole. Il corpus inglese contiene 37 articoli (102921 parole) , mentre quello italiano ne contiene 27 (84854 parole). Gli articoli sono stati selezionali da riviste mediche che sono state identificate con l’aiuto di un dottorando in medicina. Le riviste selezionate appartengono ad ambiti eterogenei della medicina, quali la nefrologia, l’ortopedia e la medicina del lavoro. Per essere inclusi nei due corpora, gli articoli pubblicati sulle riviste selezionate dovevano soddisfare i seguenti criteri: dovevano essere stati pubblicati durante il 2012; dovevano essere scritti da parlanti nativi di inglese e italiano, attivi rispettivamente in Università britanniche o americane e italiane. Per quanto concerne i metodi, sono stati impiegati approcci sia quantitativi che qualitativi. Per l’analisi dei corpora è stato utilizzato il software gratuito AntConc (versione 3.1.2). Sono stati rintracciati nei corpora gli usi esclusivi dei pronomi personali soggetto, complemento oggetto e possessivi di prima persona plurale (e la desinenza verbale di prima persona plurale in italiano): we, us, our nel corpus anglo-americano e noi, *iamo, nostro/a in quello italiano. Inoltre, sono stati selezionati gli usi epistemici dei seguenti modali : must, should, may, might nel corpus anglo-americano e deve/devono, dovrebbe/dovrebbero, può/possono e potrebbe/potrebbero in quello italiano. Nell’analisi quantitativa, è stata impiegata la funzione Wordlist di Antconc per ottenere le frequenze nei due corpora degli elementi linguistici selezionati. Tuttavia, tutte le occorrenze sono state poi filtrate manualmente, utilizzando la funzione Concordance, per poter inserire solo gli usi esclusivi dei pronomi e gli usi epistemici dei modali selezionati. Nella parte qualitativa dell’analisi, invece, le occorrenze filtrate sono state osservate nel loro contesto testuale più ampio per poter identificare la loro funzione discorsiva. I risultati, normalizzati per 10000 parole, mostrano che le occorrenze di usi pronominali riferiti agli autori sono più frequenti nel corpus anglo-americano. Inoltre, il ventaglio di funzioni comunicative svolto da queste forme è più ampio nel suddetto corpus, rispetto a quello italiano. Tuttavia, la frequenza di queste funzioni nelle varie sezioni che compongono l’articolo di ricerca è risultata simile nei due corpora. Per ciò che riguarda i modali epistemici, sono anch’essi più frequentemente impiegati nel corpus anglo-americano, ma analizzando le funzioni comunicative che svolgono nelle varie parti dell’articolo di ricerca, i risultati sono paragonabili nei due corpora. I risultati di questo studio sembrano confermare quelli di altri studi che hanno messo a confronto il linguaggio accademico in inglese con quello in altre lingue. È stato infatti rilevato come, in generale, i ricercatori di madrelingua inglese tendano a essere presenti più intensamente nei testi accademici rispetto ai loro colleghi di altre nazionalità.
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Abstract
The aim of this dissertation is to investigate the way in which authorial identity varies across the English and Italian academic writing cultures in the field of medicine.
Academic authors employ a range of linguistic and rhetorical means to negotiate their identity in the text, e.g. hedges, reporting conventions, evaluation, self-mention. This study focuses on self-reference markers and epistemic modal auxiliaries, since they are both important means through which authors can represent themselves in the text. I compared their frequencies and communicative functions in English and Italian medical research articles written by expert writers in their native languages.
To carry out this cross-cultural analysis, two comparable corpora of English and Italian RAs were compiled, for a total of 188,708 running words. The English sub-corpus comprises 37 texts (102,921 running words), while the Italian sub-corpus comprises 27 texts (84,854). The articles were selected from medical journals nominated by an expert informant, who is a Ph.D. student in “Clinical and Experimental Medicine”. The selected journals publish in heterogeneous fields of medical knowledge: Nephrology, Orthopaedics and Occupational Medicine. The design of the English sub-corpus was subordinated to the choice of journals in Italian, so as to increase comparability. To be included in the corpora, the papers had to meet the following criteria: they had to be published in the year 2012; they had to present the IMRD format typical of this genre; they had to be written by native-speakers of English and Italian, based respectively in British/American and Italian universities.
As far as the methods are concerned, both quantitative and qualitative approaches were employed. For the quantitative part, I used the freely available concordancer AntConc (version 3.1.2). The corpora were searched for exclusive uses of first-person plural pronouns and determiners (but also first-person plural verb endings in Italian): we, us, our in the English sub corpus and noi, *iamo, nostro/a in the Italian sub-corpus. Since all the articles were multi-authored, only plural forms were present in the corpora. In addition, epistemic uses of the following modal auxiliaries were searched for: must, should, may, might in the English sub-corpus and deve/devono, dovrebbe/dovrebbero, può/possono e potrebbe/potrebbero. The selection of these modals was based on Vihla’s (1999) study on modality in medical writing.
In the qualitative part of the analysis, the Wordlist function of Antconc was employed to obtain the overall frequencies of the selected items in the two sub-corpora. However, all cases were filtered manually, through the Concordance function, to ensure they were exclusive first-person uses and epistemic modals. Moreover, the distribution of these linguistic items in the various sections of the RA was investigated.
In the qualitative part of the analysis, the occurrences were observed in context to identify their pragmatic function. The results (normalised per 10,000 words) show that, overall, self-reference markers are more frequently employed in the English corpus than in the Italian one. They also seem to cover a wider range of discourse functions in the former corpus. However, the distribution of the discourse functions across the RA’s sections was similar in English and Italian.
As far as epistemic modal auxiliaries are concerned, they are more frequently employed in the English corpus as well. Nevertheless, the discourse functions they perform in the two sub-corpora are similar, albeit not identical.
The results of this investigation are coherent with those of other studies, which show how native- English-speaker authors are generally more present in their texts, compared to their colleagues with other language and cultural background.
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