Riassunto analitico
Per la realizzazione di un nuovo prodotto esistono diversi metodi di progettazione, che variano a seconda del prodotto ed in particolare dal know-how aziendale. Nello studio in questione il prodotto è la trasmissione meccanica per macchine agricole. Un esempio di metodo di progettazione è la modifica dei componenti già esistenti al fine di soddisfare i nuovi requisiti. Il vantaggio di questo metodo è il tempo ridotto di progettazione, con lo svantaggio che quello che si ottiene non sarà però ottimizzato in termini di parametri come, ad esempio, costi e ingombri. Questo studio è stato quindi avviato per lo sviluppo di un metodo di progettazione che non parta dalla modifica di componenti già esistenti ma dalle funzioni che questi devono realizzare, con l’intento di arrivare ad una ottimizzazione nel rispetto dei requisiti richiesti. Il metodo è stato applicato ad un solo componente della trasmissione, il differenziale, perché lo stesso può essere applicato indifferentemente a tutti gli altri ed è quindi sufficiente. L’approccio utilizzato a questo scopo è definibile come sistematico. Si parte da una raccolta dei requisiti dai quali si astrae la funzione globale che il componente deve svolgere e la si divide in sottofunzioni. Per un prodotto modulare, come il differenziale, il passo che porta alle sottofunzioni può essere svolto diversamente, cioè si scompone il componente nei singoli elementi, se ne individuano i compiti e si traducono questi in sottofunzioni. E’ questo il procedimento utilizzato nello studio, arrivando quindi alla archetipizzazione del differenziale. Individuati i compiti che il componente va a svolgere, si va alla ricerca delle possibili soluzioni. Si nota che, per prodotti modulari, le possibili soluzioni sono relativamente ridotte, come infatti riscontrato. Si aggiunge che le soluzioni individuate derivano dall’analisi di modelli 3D, disegni tecnici e analisi FMEA dei differenziali attualmente in produzione. Il risultato finale è una tabella avente come intestazione delle righe i compiti svolti dal componente e su ogni riga le possibili soluzioni per l’adempimento del relativo compito. In un’altra tabella vengono definite più nel dettaglio le eventuali varianti delle soluzioni, con parametri e criteri progettuali che portano alla scelta di una variante piuttosto che un’altra. Per validare il metodo è possibile eseguire una verifica consistente nell'ottenimento dei differenziali in produzione, pur essendo partiti dalla scomposizione in elementi di solo uno di questi. Si può concludere che è possibile ottenere i differenziali in produzione sotto forma di concept e che quindi il metodo di archetipizzazione sviluppato è corretto. Tuttavia, a causa dell’ individuazione dei dati a solo livello qualitativo, non è possibile effettuare una scelta univoca di alcune soluzioni. In futuro si dovrà approfondire lo studio sui valori quantitativi per arrivare alla discriminazione tra le soluzioni che risultano per ora incerte.
|