Riassunto analitico
Il presente lavoro è stato impostato e svolto nella prospettiva di comprendere se le PMI italiane, che prima dell’inizio (ma anche durante) delle due crisi: dei subprime e del debito sovrano, avevano in essere profonde relazioni di clientela con un intermediario bancario, hanno sperimentato (o stanno ancora sperimentando) fenomeni di razionamento del credito e/o di inasprimento delle condizioni sui crediti in essere e sulle erogazioni di nuovi finanziamenti. Questo elaborato, partendo dall’analisi della letteratura teorica ed empirica sul rapporto banca – impresa esamina (nel terzo ed ultimo capitolo) l’andamento del credito bancario verso le imprese durante la crisi subprime e la crisi del debito sovrano. Filo conduttore dell’analisi è l’indagine Bank Lending Survey (BLS) i cui dati hanno consentito di dare evidenza ai fattori che, nella percezione delle banche e, quindi dal lato dell’offerta, sarebbero alla base dell’evoluzione del credito erogato alle imprese e delle condizioni creditizie praticate. A questa analisi si affiancano da un lato, i dati relativi all’evoluzione del rischio creditizio e, dall’altro, la percezione dei vincoli finanziari da parte delle imprese, così come rilevati nella periodica indagine di Unicredit group, ed indicativa del grado di razionamento. Dall'analisi è emerso che durante la crisi finanziaria subprime vi è stato un rallentamento dei prestiti bancari, un aumento dei fenomeni di razionamento nei confronti delle imprese e vi è stato un inasprimento delle condizioni di offerta creditizie; inoltre, le imprese che avevano in essere una profonda e duratura relazione di clientela con una banca di riferimento sono riuscite, almeno in parte, a contenere gli effetti dell’inasprimento delle condizioni di offerta e dei fenomeni di razionamento del credito, confermando perciò i benefici che derivano da un approccio di relationship lending. Riguardo alla crisi del debito sovrano, data la sua contemporaneità conclusioni non possono essere fatte ma si è comunque analizzato quello che è successo dagli ultimi mesi del 2011 (momento in cui è scoppiata la crisi) ad oggi. A riguardo si segnala che la crisi ha prodotto una accelerazione del numero dei fallimenti, delle chiusure di attività e di aumento delle imprese in difficoltà. In conclusione, al di là di come si configuri la relazione banca – impresa, gli intermediari durante la crisi del debito sovrano hanno (stanno?) razionato pesantemente il credito a causa della carenza di raccolta sia all’ingrosso che al dettaglio, dell’elevata rischiosità dei prenditori, dell’alta incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei finanziamenti e della connessa carenza di capitale libero.
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