Riassunto analitico
L’ictus cerebrale è la seconda causa di morte a livello mondiale e la prima di disabilità nell’adulto. L’aterosclerosi dei grossi vasi, in particolare l’aterosclerosi carotidea, rappresenta una delle principali cause di ictus acuto. La stenosi carotidea, ovvero la riduzione segmentaria del lume dell’arteria carotide alla biforcazione e/o della carotide interna nel tratto extracranico, dovuta in genere alla presenza di placca ateromasica, si definisce sintomatica se l’ultimo episodio ischemico cerebrale o retinico congruo si è verificato nei sei mesi precedenti, vedendo la stenosi come elemento causale. La stenosi carotidea sintomatica espone a un elevato rischio di recidiva ischemica, per cui trattare e correggere chirurgicamente la stenosi è fondamentale per la prevenzione secondaria dell’ictus. Le opzioni di trattamento comprendono l’endarterectomia in prima battuta, e in alternativa lo stenting carotideo, che conferiscono il massimo beneficio se eseguite entro 14 giorni dall’insorgenza dei sintomi, in termini di prevenzione delle recidive.
Nel presente studio abbiamo valutato tutti i pazienti ricoverati presso la Stroke Unit della Clinica Neurologica dell’AOU di Modena trattati con terapie di correzione della stenosi carotidea sintomatica in urgenza (entro 15 giorni dall’evento) dal gennaio 2010 al marzo 2024, valutandone caratteristiche, complicanze, fattori di rischio, ed eventuali predittori di cattivo outcome. Attraverso uno studio retrospettivo abbiamo raccolto i dati dei suddetti pazienti. Sono state analizzate le caratteristiche anamnestiche dei pazienti, le caratteristiche cliniche dell’evento cerebrovascolare che hanno determinato il ricovero, l’andamento clinico (valutato tramite NIHSS e mRS) e l’imaging pre-trattamento, la tipologia di intervento eseguito, il timing dell’intervento, l’operatore che ha eseguito l’intervento e sono state studiate eventuali complicanze e comparsa di lesioni alla TC post-intervento. Dal punto di vista laboratoristico, sono state analizzate l’aggregometria pre-intervento, i valori di piastrine, emoglobina, creatinina e INR all’ingresso e alla dimissione e il profilo lipidico.
Tra gennaio 2010 e marzo 2024 rispettavano i criteri di inclusione 119 pazienti, 20 sono stati poi esclusi per mancanza di dati. 83 (83,8%) sono i pazienti con ipertensione arteriosa, 29 (29,3%) con diabete mellito, 20 (20,2%) con fibrillazione atriale o flutter atriale, 62 (62,6%) con dislipidemia, 36 (36,4%) con cardiopatia, 18 (18,2%) con pregresso ictus/TIA, 27 (27,3%) ex fumatori, 25 (25,3%) fumatori attivi, 16 (16,2%) con arteriopatia periferica, 38 (38,4%) in terapia con ASA, 2 (2,0%) in terapia con clopidogrel, 1 (1,0%) in DAPT, 2 (2,0%) in ticlopidina, 56 (56,6%) non in terapia antiaggregante, 20 (20,2%) in terapia anticoagulante, 61 (61,6%) pazienti presentavano una TC encefalo pre- procedura positiva per lesione ischemica. Considerando come outcome la complicanza procedurale (31 (31,3%)), la complicanza grave (14 (14,1%)) e la comparsa di lesione ischemica (11 (11,1%)) o emorragica (2 (2,0%)), i risultati non hanno permesso di evidenziare fattori predittivi di cattivo outcome tra le variabili analizzate e il tasso di complicanze osservate, né tra le variabili e la severità della complicanza, né tra le variabili e la comparsa di lesioni in TC post trattamento.
Nell’esperienza della Stroke Unit dell’AOU di Modena, il trattamento in urgenza di correzione della stenosi carotidea sintomatica è sicuro, con un basso tasso di complicanze, in particolare di complicanze gravi. I dati a nostra disposizione dimostrano che la selezione del paziente viene effettuata in modo adeguato, e che i vari fattori analizzati non risultano incrementare il rischio di complicanza o di cattivo outcome a distanza.
|