Riassunto analitico
L’anosognosia nelle malattie neurodegenerative può essere descritta come una “inconsapevolezza di malattia”, e si manifesta clinicamente attraverso l’incapacità di autovalutazione delle proprie abilità cognitive, affettive e comportamentali. Si stima che circa l’80% dei pazienti con Malattia di Alzheimer (AD) e circa il 60% dei pazienti con Mild Cognitive Impairment (MCI) manifestino anosognosia nei confronti dei propri disturbi cognitivi, ed è ormai noto come quest’ultima tenda ad aumentare nel tempo e con la progressione della malattia, associata ad un rischio più elevato di sviluppare sintomi neuropsichiatrici. Studi recenti hanno evidenziato come anche in pazienti che esplicitamente negano di avere difficoltà cognitiva sia talvolta invece mantenuta una forma di consapevolezza “implicita” che opera ad un livello pre-attentivo e automatico al di sotto del livello della consapevolezza conscia e che si manifesta mediante risposte emozionali e/o comportamentali congrue col deficit. Lo scopo del nostro studio è stato quello di confrontare il grado di consapevolezza implicita con il grado di consapevolezza esplicita in un gruppo di pazienti con AD rispetto ad un gruppo di controlli sani. Per questo studio sono stati reclutati 59 soggetti, di cui 32 con AD e 27 controlli cognitivamente sani i quali sono stati sottoposti a test neuropsicologici basati sulla discrepanza paziente-informatore, che indagavano l’aspetto cognitivo e comportamentale sia dei pazienti che dei controlli. Successivamente, la consapevolezza implicita dei soggetti è stata misurata sottoponendoli ad un test di Stroop emozionale, in grado di intercettare meccanismi di interferenza attentiva suggestivi di un bias emozionale associato all’elaborazione implicita dell’informazione veicolata da parole associate alla malattia di Alzheimer rispetto a parole neutre e a parole negative. I risultati nei test di consapevolezza esplicita ed implicita sono stati poi analizzati nei pazienti e nei controlli per valutare se fosse presente un certo grado di dissociazione implicito/esplicito nei due gruppi. I risultati che abbiamo ottenuto sono stati i seguenti: a) l’inconsapevolezza esplicita era significativamente maggiore nei pazienti con AD che nei CTR, e nel contesto dei pazienti vi erano 11 pazienti anosognosici e 21 non anosognosici; b) i Tempi di Reazione (RT) e gli errori nel selezionare la risposta giusta durante il test nei pazienti erano significativamente maggiori rispetto ai soggetti sani; c) i pazienti anosognosici, pur essendo considerati tali in base a misure di consapevolezza esplicita, sembrano mantenere una consapevolezza implicita misurata tramite un test di Stroop emozionale. I risultati suggeriscono che possa essere mantenuta una consapevolezza implicita preservata nei pazienti con AD anche se anosognosici esplicitamente e che questa possa essere testata sperimentalmente utilizzando il test di Stroop emozionale.
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