Riassunto analitico
Obiettivo: questo studio mira a stabilire se, nell'ambito delle chiamate effettuate per l'attivazione dell'Outreach Team, vi sia la possibilità di ottimizzare il servizio ed, in particolare, di ridurre la mortalità dei pazienti su cui si viene attivati per un arresto cardiorespiratorio. Materiali e metodi: questo studio di coorte osservazionale retrospettivo monocentrico è stato condotto su tutti i pazienti per cui, nel biennio 2021-2022, sia stato richiesto l'intervento dell'Outreach Team (team rianimatorio di pronta risposta). I pazienti inclusi sono adulti di entrambi i sessi per cui si sia resa necessaria, per motivi clinici, una consulenza intensiva. Sono stati esclusi dal campione analizzato tutti i pazienti pediatrici, le pazienti gravide e i pazienti con richiesta di consulenza anestesiologica o di terapia del dolore. La stratificazione dei pazienti è stata effettuata su tre fasce di rischio clinico secondo i loro valori di NEW Score al T0 (momento dell'arrivo del rianimatore) e, per ciascuna fascia di rischio, sono stati ulteriormente suddivisi in base all'outcome dopo la consulenza. Risultati: abbiamo analizzato 2.411 pazienti (2.872 consulenze), stratificati in classi di rischio (basso, medio, alto) sulla base del loro National Early Warning Score. Dall'analisi dei dati è emerso che più della metà dei pazienti presentano un NEWS maggiore o uguale a 7 (rischio alto) e che tra questi, oltre ad un significativo tasso di ricoveri in ICU (il 30% dei pz ad alto rischio), l'8% era, al momento dell'arrivo del rianimatore, già in ACR e non ha mai presentato un ROSC. Discussione: questo studio pone l'ipotesi che l'utilizzo del NEWS nella valutazione clinica del paziente, presso i reparti di degenza ordinaria, potrebbe permettere una precoce attivazione dell'Outreach Team e quindi una riduzione della mortalità per ACR intra-ospedaliero.
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