Riassunto analitico
In pazienti non cirrotici con epatite B cronica accuratamente selezionati la sospensione del trattamento con NUC rappresenta un obiettivo attuale e rilevante. Tale sospensione spesso determina un flare virus-indotto la cui comparsa oltre che indicare una ripresa efficace della risposta immunitaria in grado di portare a una definitiva risposta antivirale, può causare anche una insufficienza epatica pericolosa per la vita. L’obiettivo di questo studio è identificare parametri predittivi della risposta alla sospensione dei NA al termine del trattamento e valutare la loro associazione con la perdita di HbsAg o con il raggiungimento di valori di HBsAg<100IU/ml in modo tale da poter interrompere con sicurezza il trattamento. Nello studio sono stati arruolati 38 pazienti con CHB non cirrotici in trattamento con analoghi nucleosidici da almeno 3 anni e con viremia persistentemente soppressa da almeno 4 anni. Questi sono stati monitorati dopo la sospensione del trattamento con NUC per un periodo medio di 16 mesi. I campioni di plasma al giorno della sospensione (Baseline=Bl) sono stati raccolti e utilizzati per quantificare l’HBV-DNA sierico attraverso ddPCR. HBsAg è stato quantificato tramite l’ARCHITECT HbsAg test al BL, ogni due settimane dopo la sospensione nel primo mese, poi ogni mese per i successivi 6 mesi e infine ogni 3 mesi. Al baseline, 28 (73,7%) pz avevano HBV DNA rilevabile nel siero, mentre 10 (26,3%) erano completamente negativi alla presenza di HBV DNA. Dopo la sospensione del trattamento con NUC, 7 (18,4%) hanno raggiunto valori di HBsAg <100IU/ml e 8 (21,1%) hanno perso HBsAg nell’ultimo follow up. Conclusioni: L'attività replicativa residua dell'HBV alla sospensione di NA, misurata con test altamente sensibili, fornisce un valore aggiunto nell'identificazione dei pazienti più inclini a ottenere la cura funzionale dell'HBV.
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