Riassunto analitico
RAZIONALE: l’invecchiamento della popolazione e il forte aumento del numero di anziani complessi rappresentano un’importante sfida per i sistemi sanitari nazionali: crescono sempre di più la percentuale di anziani ricoverati e le difficoltà legate all’ospedalizzazione di pazienti geriatrici. In particolare il delirium è, ad oggi, una delle sfide principali della geriatria che si presenta in un terzo dei pazienti ospedalizzati di età pari o superiore ai 70 anni e spesso non viene riconosciuto. Il delirium è inoltre un potente fattore di rischio per complicanze, per degenze più lunghe e per dimissioni in strutture di cure post-acute. Spesso coesiste con la demenza, la quale è uno dei prinicipali fattori di rischio, insieme a infezioni, farmaci e stress di vario genere. OBIETTIVI: l’obiettivo principale di questo studio era identificare l’incidenza di delirium intraospedaliero tra i pazienti anziani ricoverati in un reparto di geriatria per acuti, valutando quali fossero le principali patologie, diagnosi di ingresso e terapie predisponenti ad esso e le loro correlazioni. Tra gli altri obiettivi, valutare il riconoscimento del delirium in Pronto Soccorso e in reparto analizzando anche i suoi outcomes. METODI: Sono stati arruolati nel periodo compreso tra Agosto 2020 e Aprile 2022 189 pazienti ricoverati nella Struttura Complessa di Geriatria NOCSAE. Tutti i pazienti avevano un’età > di 65 anni. L’acquisizione dei dati necessari è avvenuta mediante ricerca degli stessi nelle cartelle cliniche dei pazienti. Da queste sono stati ricavati i dati anagrafici, l’anamnesi patologica prossima, remota, la terapia farmacologica a domicilio e quella intraospedaliera, i parametri e le diagnosi di ingresso e di dimissione, le complicanze intraospedaliere, gli outcomes alla dimissione e la durata del ricovero. RISULTATI: il delirium intraospedaliero si è verificato nel 36,7% dei pazienti ricoverati nel reparto di Geriatria. Le patologie in anamnesi che sono risultate maggiormente predisponenti al delirium sono state la demenza, in particolare quella vascolare (con una prevalenza del 26,1% nei pazienti che non hanno sviluppato delirium e del 43,5% in quelli che hanno presentato delirium) , la patologia vascolare (20,2% vs 31,9%) e l’ictus (14,3% vs 20,3%). Tra i farmaci assunti a domicilio, gli antiaritmici e gli antidepressivi hanno dimostrato i risultati più statisticamente significativi. Tra le diagnosi di ingresso del Pronto Soccorso, il decadimento psicorganico è risultato il più significativo, presente come diagnosi nel 4,3% dei pazienti senza delirium e nel 14,5% di quelli con delirium. Tra le terapie aggiunte in reparto, confrontando i due gruppi di pazienti, le più rilevanti sono state la profilassi anticoagulante con una p di 0,009, quella deliriolitica, i neurolettici, (p inferiore a 0,001) seguiti dalla morfina e dai fans. Tutte le complicanze intraospedaliere, quali infezioni nosocomiali e dolore, sono risultate maggiormente prevalenti nei pazienti con delirium. Indipendentemente dal delirium, l’autonomia dei pazienti ricoverati è risultata peggiorata, rispettivamente nel 45,6% dei pazienti senza delirium e nel 52,9% dei pazienti col delirium. Infine, vi è stata una buona concordanza tra la rilevazione e la diagnosi di delirium, individuata già in Pronto Soccorso nell’81,2% dei pazienti deliranti.
CONCLUSIONI: Il delirium è ancora una condizione spesso non riconosciuta, valutata e gestita in modo appropriato in ospedale, che complica gran parte dei ricoveri dei pazienti geriatrici. È un problema sottostimato, che invece ha importanti ripercussioni sull’individuo e sulla sua qualità di vita. È necessario quindi aumentarne la capacità di diagnosi, migliorarne la prevenzione con strategie sia farmacologiche che non farmacologiche, e garantirne il trattamento adeguato.
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